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Questo articolo è stato pubblicato il 23 novembre 2010 alle ore 17:32.
Da tre anni in via Padova non c'erano luci per Natale. Ora finalmente sono riapparse. Non ancora accese, ma ci sono. C'è un grande cuore con gli auguri per le feste. Eppure qualcosa non va. Fino a ieri c'erano luminarie in sei lingue, francese, inglese, spagnolo, cinese, arabo e italiano. In italiano all'inizio e alla fine della via, in Loreto e in piazza Costantino. Ma ora ci sono solo luci con auguri in italiano, le altre sono state rimosse dopo essere state esposte, ma non accese, per una decina di giorni.
La rete delle 54 associazioni di 'Via Padova è meglio di Milano' si era data parecchio da fare per questo progetto e ora non comprende la scelta dell'amministrazione comunale. È una decisione «che ha già prodotto ricadute disastrose sul quartiere» racconta Daniela Airoldi Bianchi del Teatro Officina, che da subito ha portato avanti con entusiasmo l'idea degli auguri multietnici, raccogliendo il parere favorevole dei molti commercianti stranieri della zona. Insomma, sarebbe stato un bel segnale di integrazione.
L'assessore all'arredo e decoro urbano, Maurizio Cadeo, spiega così l'accaduto: «Via Padova non ha partecipato a nessun bando. Ho deciso di procedere all'illuminazione natalizia utilizzando i soldi del Comune. È stata una nostra decisione, perché mi sembrava un importante gesto di attenzione. Poi loro sono andati direttamente dall'installatore a chiedergli di aggiungere le scritte in lingue diverse». Ma l'idea originaria di Cadeo era un'altra: «Le avrei messe volentieri in fondo a viale Forlanini, nella zona dei tre ponti, come benvenuto ai turisti nelle loro lingue».
«Sarebbe stato un bel segnale d'integrazione», dicono dalle rete delle 54 associazioni di Via Padova, perché «era un gesto che aiutava i molti stranieri che vivono lì a sentirsi finalmente a casa». Insomma «delle critiche su queste cose arrivano sempre. L'amministrazione avrebbe dovuto resistere». Ma Maurizio Cadeo smentisce che ci siano state lamentele da parte di alcuno. «Abbiamo messo i cuori» ma «non voglio la ghettizzazione. La reazione che c'è stata mi ha invece dimostrato come prova del nove che cercavano questo: l'hanno buttata in politica, affidando la risposta alle opposizione. Hanno usato la scusa dell'integrazione per una provocazione politica». Insomma l'assessore è contrario al fatto «che venga usato anche il Natale per fare odiose speculazioni».