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Questo articolo è stato pubblicato il 24 novembre 2010 alle ore 09:08.
È piovuto per oltre 24 ore sulle tonnellate di rifiuti sparse tra Napoli ed i Comuni della provincia. E così quelli che erano dei cumuli di immondizia si sono trasformati in montagne di melma. Una situazione che ha fatto gridare all'allarme igienico-sanitario, anche se il ministro della salute Ferruccio Fazio ha fatto sapere che per il momento si tratta solo di una grave situazione ambientale. Eppure ieri l'ordine dei medici di Napoli ha tenuto un vertice con le Asl competenti proprio per adottare nell'immediato eventuali precauzioni e prevenire così il rischio epidemie. Il problema è che i rifiuti, soprattutto a Napoli, aumentano ogni giorno, aggravando una crisi che sembra senza via d'uscita.
Pia Bucella, capo degli ispettori Ue che ha incontrato ieri la commissione ambiente del consiglio regionale della Campania ha tenuto a ribadire che «la chiave di volta è Napoli città che dovrà fare un grandissimo sforzo per la differenziata. Lo dirò anche all'ad di Asia, Fortini, che ha chiesto di incontrarmi». «L'assessore Romano – ha aggiunto Bucella – conta di avere entro fine aprile un'adozione del piano da parte del Consiglio regionale. I fondi per la Campania erano stati bloccati perché due anni fa, nel momento del caos dei rifiuti, ci è sembrato che non vi fossero garanzie che quei soldi venissero utilizzati al meglio ma i fondi sono sempre lì. Non appena il piano di gestione regionale dei rifiuti sarà adottato e funzionante, i fondi verranno liberati. Vogliamo essere solo sicuri che verranno spesi correttamente».
Nel frattempo interviene anche il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino che negli ultimi giorni aveva sperato in una soluzione dall'alto. «La situazione è drammatica – dice il sindaco – come Comune avanzeremo delle proposte ai cittadini, considerando che Governo ed istituzioni locali non ci aiutano». Il primo cittadino sottolinea che l'amministrazione comunale intende cercare delle piccole soluzioni per incentivare la raccolta differenziata e diminuire la quantità di rifiuti prodotti.
«Non sono soluzioni risolutive, perché fino a quando non sciolgono i grandi nodi, le discariche, non sappiamo come fare – dice Iervolino – dobbiamo imparare a salvarci da soli». Riferendosi al decreto Legge, la Iervolino spiega: «Non avevo nessun accordo con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ma avendo esperienza politica e un minimo di intuito, già l'altro ieri mattina avevo detto che il Dl non esisteva». Ma la situazione delle strade non è mutata e restano ancora tante le tonnellate di rifiuti lungo le strade di Napoli: circa 3mila, precisamente 2940, che ormai tengono sotto assedio la città. «Ieri siamo riusciti a raccogliere dalla strade e a conferire tra la discarica di Chiaiano e gli impianti Stir di Giugliano e di Tufino 1.300 tonnellate», spiega l'assessore all'igiene ubana del Comune di Napoli, Paolo Giacomelli. Molte le aree della città dove si registrano situazioni critiche, come a Calata Capodichino. L'assessore, però, va anche oltre e chiede risposte.