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Questo articolo è stato pubblicato il 25 novembre 2010 alle ore 06:39.
HERAT. Dal nostro inviato
I militari italiani non saranno spostati in zone diverse dall'ovest dell'Afghanistan. Ieri il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, è stato a Herat e ha visitato uno degli avamposti dei nostri soldati, a Bala Murghab, un'ora di elicottero da Herat, a 15 chilometri dal confine nord con il Turkmenistan. La Russa ha replicato al segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, che aveva ipotizzato un impiego nelle aree più a rischio dei militari disimpegnati dalle zone normalizzate. «Continueremo a mantenere il nostro contingente nella zona ovest a comando italiano. Al momento non c'è alcuna ipotesi - ha sottolineato - che vada in senso contrario».
Dall'elicottero Chinnock il ministro, paragonandosi a Gabriele D'Annunzio, ha lanciato su Herat 11mila volantini per convincere gli afghani che gli insorti portano guerra, bombe, lutti e miseria. «Sono la principale minaccia per le vostre famiglie» è scritto e alcuni disegni provano a illustrare il significato delle frasi che la gran parte della popolazione locale, analfabeta, non riuscirebbe a comprendere.
In quelle zone, peraltro, il livello di rischio migliora ma è ancora alto. In base ai dati forniti dal generale Marcello Bellacicco dal 18 ottobre - quando la brigata Julia ha sostituito la Taurinense - gli attacchi con varie modalità (scontri a fuoco, ordigni, razzi e mortai) sono stati 14, in media uno ogni due giorni. I militari italiani, peraltro, hanno scoperto 20 arsenali di armi ed esplosivi.
La Russa, però, fa notare anche i risultati positivi della presenza militare. Un'area di circa tre chilometri quadrati, considerata «bolla di sicurezza» - priva, cioè, di rischi di attacchi - si è allargata ed è diventata, dopo otto mesi, «di 15 chilomentri per 4, dove sono rientrate circa 15mila persone fuggite per paura dai loro villaggi». E a Herat, mette in rilievo il titolare della Difesa, «il nostro lavoro è concluso al 95 per cento. Già a giorni potremmo "restituirla" agli afghani ma sarà una commissione tecnico-militare, non la politica, a decidere quando sarà il momento».
Ieri, tra l'altro, la Commissione elettorale indipendente (Iec) ha reso nota la lista ufficiale di 238 dei 249 deputati eletti nel voto del 18 settembre per la Wolesi Jirga (Camera bassa) del parlamento dell'Afghanistan. Gli altri undici, appartenenti alla provincia centrale di Ghazni, saranno annunciati «fra qualche giorno» poiché sono stati accertati brogli elettorali.