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Questo articolo è stato pubblicato il 26 novembre 2010 alle ore 06:36.
Astafobia. La crisi del debito sovrano europeo ha generato questa nuova e insidiosa ansia e tutti gli investitori in titoli di stato, chi più chi meno, oramai ne sono affetti. Lo stato d'animo altamente ansiogeno del mercato ha segnato la maxi-asta dei BoT e CTz che ieri ha tenuti incollati sugli schermi i trader di tutta Europa, e non solo, impazienti di captare dal rischio-Italia le buone notizie alle quali il Tesoro li ha abituati durante l'anno: l'importo raccolto sul tetto massimo della forchetta, la tenuta del rapporto tra domanda e offerta, il rendimento ritoccato all'insù senza strappi e preoccupanti regalie.
Chiusa e bene l'asta italiana, i riflettori si sono subito spostati sulle emissioni spagnole programmate entro fine anno con bond a tre, dieci e 15 anni per 7-12 miliardi. Il fatto che la Spagna nell'ultima asta BoT a sei mesi abbia pagato 80 centesimi in più rispetto al mese precedente non depone bene per il Tesoro spagnolo impegnato sulle scadenze più difficili oltre il fatidico 2013.
L'astafobia è per definizione maniacale. Il mercato dovrebbe rallegrarsi del fatto che a questa data Francia, Olanda, Irlanda, Portogallo e Finlandia hanno portato a termine il programma di raccolta a medio-lungo termine per il 2010 e che i rimanenti membri dell'eurozona, Italia inclusa, orbitano comunque attorno al 93 per cento con qualche miliardo che li separa dal traguardo. Invece investitori e trader si spostano al 2011, annata che sarà molto più leggera del 2010, con emissioni lorde in Eurolandia in calo di un'ottantina di miliardi.
Il trend è stato confermato per l'Italia ieri da Maria Cannata, responsabile del debito pubblico al Tesoro. Intervistata da Radiocor al margine di un convegno Eurex, il direttore generale ha detto che il Tesoro conta nel 2011 di emettere titoli a medio e lungo intorno ai 240 miliardi, circa 20 miliardi in meno rispetto a quest'anno. Per il 2011 Maria Cannata non si attende cambiamenti significativi neanche sull'onere per il servizio del debito pubblico: «la spesa per interessi - ha affermato - é perfettamente in linea con le nostre previsioni perché abbiamo fatto una stima con i tassi forward che già inglobavano l'aumento visto in questi giorni». Il 2010 inoltre chiude con una buon livello di liquidità che verrà mantenuto per l'avvio del 2011: il conto di tesoreria chiuderà il 2010 con un saldo attivo di circa 30 miliardi, un livello «non inferiore a quello dello scorso anno», ha assicurato la Cannata. Malgrado i fondi sul conto di disponibilità, il Tesoro non conta di effettuare buy back entro dicembre: «vorremmo iniziare l'anno come il 2009-2010 - ha aggiunto - con una buona riserva di liquidità».