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Questo articolo è stato pubblicato il 26 novembre 2010 alle ore 06:40.
Perché l'emergenza rifiuti si risolva e Napoli torni pulita la strada più veloce è quella di sversare nelle discariche disponibili delle altre province campane, in particolare a Benevento e Avellino. Ne sono convinti in Regione ed anche tra i rappresentanti del Comune di Napoli. Ma non sono i soli a propendere per una strada tutta interna alla Campania, persino il procuratore di Napoli Lepore ieri ha rinnovato un appello alla solidarietà delle altre province campane verso Napoli. «Parlo da cittadino – spiega – perché il mio ruolo non prevede competenze. Da cittadino mi rivolgo alle province di Avellino e Benevento, che possiedono i siti adatti per una discarica. Napoli ha un territorio ad alta densità demografica ed è priva di terreni disponibili. L'emergenza è nel capoluogo di regione, non altrove». «Ma – conclude Lepore – se non riceviamo solidarietà dalle altre province campane, come possiamo pretenderla dalle altre regioni o dagli stati esteri? Voglio ricordare che a Pianura hanno sversato da tutta la Campania, e addirittura da tutta Italia».
Le altre province, però, non sembrano intenzionate ad aprire le porte delle proprie discariche ai rifiuti di Napoli. Il presidente della provincia di Benevento, Aniello Cimitile in proposito spiega: «Noi abbiamo una sola discarica, quella di Sant'Arcangelo. Ma non siamo in condizioni tecniche di offrire più di quello che già diamo. Qualsiasi flusso aggiuntivo, ora, ci manderebbe in crisi». Se le città del Nord oppongono un secco no ai rifiuti di Napoli e le stesse province campane si rifiutano di accogliere la spazzatura del capoluogo, ci sono i paesi scandinavi a fare la corte all'immondizia accumulata per strada, ormai arrivata a 12mila tonnellate tra Napoli e i comuni circostanti. «Credo – spiega Giovanni Romano, assessore regionale all'ambiente – che chiuderemo presto l'accordo con le aziende norvegesi, i cui rappresentanti ieri hanno terminato il sopralluogo negli impianti campani. Circa duecentomila tonnellate l'anno di frazione secca al costo di 90 euro a tonnellata. Sono anche interessati al tritovagliato umido, avendo impianti che bruciano al di sotto dei 13mila kilojoule. Ogni nave porterà un carico di 4mila tonnellate. Inoltre, A2A ha chiuso l'intesa con l'Andalusia dove trasferiremo, in una ventina di giorni, essendo state già avviate le procedure autorizzative, 40mila tonnellate di umido a circa 130 euro a tonnellata».