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Questo articolo è stato pubblicato il 27 novembre 2010 alle ore 06:40.
GENOVA. Dal nostro inviato
«Se voi avvocati chiedete più risorse per la giustizia siete come l'Anm». «La riforma dell'avvocatura è stata ostacolata dai poteri forti». Il tutto davanti a una platea che ha continuamente interrotto, fischiato, sollevato cartellini rossi e nastri neri in una contestazione che non ha forse precedenti. Ne ha avute per tutti il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, nel suo intervento davanti al congresso forense. Un intervento duro, che non ha concesso nulla a una platea già pesantemente indisposta nei confronti del governo.
«Ministro, le presento l'avvocatura», aveva esordito il presidente Oua, Maurizio de Tilla, introducendo Alfano. Replica: «La conosco già». Conclusione di de Tilla davanti all'ultima, assordante bordata di fischi che ha coperto le ultime parole del ministro: «Ha dimostrato di non conoscerla affatto». Temi caldi, la riforma dell' avvocatura e la conciliazione obbligatoria.
Sul fronte della riforma dell'avvocatura il ministro ne ha ribadito la necessità, chiamando però l'avvocatura a non arroccarsi «perché altrimenti il cartellino rosso lo sventoleranno gli studi internazionali e sarà troppo tardi». E ha ricordato come il riordino sia stato ostacolato, per esempio, anche da Confindustria.
Alfano ha sottolineato di avere tenuto fede all'impegno preso davanti al precedente congresso di Bologna di fare propria la proposta dell'avvocatura «ma ci avete messo 8 o 10 mesi per concepirla, il Senato un anno e mezzo per approvarla. Se non capite l'importanza del voto del Senato io non ve lo spiego».
Per cancellare il decreto Bersani – ha ricordato Alfano – serve l'appoggio di tutta l'avvocatura anche alla Camera: «Ma passaggi cruciali della finta liberalizzazione di Bersani sono già stati cancellati. Basti pensare a tariffe e patto di quota lite. Misure che alla prova dei fatti hanno tutelato solo i grandi gruppi industriali senza benefici per i cittadini». Il ministro, però, è stato durissimo sulle rappresentanze dell'avvocatura. Senza fare nomi ha criticato aspramente il clima di polemica continua che ormai sembra caratterizzare le prese di posizione ufficiali dei legali.