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Questo articolo è stato pubblicato il 27 novembre 2010 alle ore 17:57.
Una partita dura, un combattimento capace di sfiancare i giocatori, soprattutto - per nostra fortuna - quelli avversari. Contro Fiji, a Modena, l'Italia ci mette la mischia, la difesa e l'orgoglio. In questo modo ribalta una situazione che a un certo punto sembrava quasi disperata: chiuso il primo tempo in svantaggio 16-9 e con un uomo in meno per l'espulsione temporanea di Castrogiovanni, centra un notevole parziale di 15-0 nella ripresa, fa il sorpasso e conquista una vittoria fondamentale per non precipitare nella depressione.
Dopo le sconfitte con Argentina e Australia, si è evitato che il trittico di novembre diventasse un disastro su tutti i fronti.
Complimenti agli avanti azzurri, capaci di conquistare mischie e touche a ripetizione, rubandone un buon numero su introduzione e lancio altrui, e di indurre spesso al fallo gli uomini in bianco. E complimenti a Mirco Bergamasco, che ha capitalizzato al meglio i penalty a disposizione, chiudendo con un ruolino immacolato. Otto tentativi e otto palloni in mezzo ai pali: sono tutti suoi i 24 punti di un'Italia che oggi ha soddisfatto per diversi motivi, ma ha evidenziato la solita lacuna nel gioco offensivo. Esemplare un'azione interminabile poco prima della mezz'ora della ripresa, quando la meta sembrava vicina, vicinissima, quasi fatta. Ma il deficit di brillantezza è ancora evidente e l'unica segnatura da cinque punti rimane quella con cui i figiani hanno "aperto" il tabellino, al 9' del primo tempo.
Una bella azione basata su un avanzamento costante, senza errori: a finalizzare è stato il tallonatore Talemaitoga, poi Bai ha trasformato per il 7-0. Da lì è cominciato il gioco dell'elastico, con gli azzurri che si avvicinavano nel punteggio, grazie alle precise pedate Bergamasco, e i figiani che allargavano nuovamente il solco. Così per tutto il primo tempo, durante il quale la superiorità degli ospiti è apparsa netta: gli azzurri se la cavavano bene nelle fasi statiche, ma subivano l'impatto degli avversari nei punti d'incontro. I figiani, più organizzati e disciplinati del solito, facevano valere la loro forza, rompevano placcaggi e costringevano spesso i nostri a concedere punizioni. Ottimi, tra l'altro, alcuni break profondi dei centri Vulivuli e Lovobalavu.