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Questo articolo è stato pubblicato il 28 novembre 2010 alle ore 06:37.
GENOVA. Dal nostro inviato
Tra ritrovata unità e inedite spaccature. Il Congresso nazionale forense si è chiuso ieri sera a Genova con una raffica di tumultuose votazioni. Sul fronte della conciliazione le varie anime dell'avvocatura si sono ricompattate (effetto non tanto paradossale del duro discorso del ministro Angelino Alfano di venerdì) nella richiesta di soppressione dell'obbligatorietà, di riapertura del tavolo di confronto, di rinvio dell'entrata in vigore del nuovo sistema di mediazione comunque facoltativa, di vincolo della difesa tecnica.
Proprio sulla conciliazione, tema cruciale del congresso insieme con la riforma dell'ordinamento forense, ieri da Confindustria era arrivata una stampella ad Alfano. In una nota diffusa nel pomeriggio l'associazione degli industriali aveva invitato il ministro a tenere duro, «a non snaturare le nuove norme, a non posticiparne la piena efficacia». Confindustria scrive di condividere l'impostazione e i contenuti e della normativa che punta alla risoluzione delle controversie fuori dai tribunali, assicurando significativi risparmi di tempo e di risorse. Con benefici alle parti coinvolte e all'intero sistema giustizia.
Stoccata, infine, dagli industriali agli avvocati, richiamati alla necessità di una vera riforma della giustizia civile, da non affrontare sulla base di istanze corporative, che, dietro la presunta tutela dei diritti dei cittadini, puntano solo a «mantenere privilegi ormai inaccettabili». Per il presidente Cnf Guido Alpa Confindustria rappresenta solo interessi specifici e per Maurizio De Tilla, presidente Oua: «Non siamo contro le soluzioni extragiudiziarie, ma solo contro quelle emergenziali e confuse che impediscono ai cittadini l'accesso alla giustizia».
Lo scontro interno si è invece consumato sul regolamento per le specializzazioni varato dal Cnf giocando d'anticipo rispetto alla legge professionale tuttora in discussione al Parlamento. Dopo momenti di forte bagarre sull'ammissibilità alla votazione di una mozione che chiedeva la revoca del regolamento – accusato di essere troppo favorevole agli avvocati anziani, iscritti d'ufficio tra gli specializzati, e discutibile nella scelta delle materie in cui il legale si può specializzare – è passata di misura la richiesta del congresso al Cnf (che si era detto comunque disponibile ad apportare modifiche al testo appena varato, tra l'altro soggetto già a un ricorso da parte di un gruppo di avvocati romani) di ritirare il regolamento.