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Con i francesi la competizione più dura

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Questo articolo è stato pubblicato il 28 novembre 2010 alle ore 06:39.


«Se la manutenzione dei radar Enav andrà ai francesi anche i radar verranno comprati in Francia anziché da Finmeccanica». Questa la preoccupazione che circolava quando la società statale che regola il traffico aereo civile, l'Enav, nel 2004 aveva cercato di interrompere il monopolio dell'azienda privata che da 30 anni gestiva la manutenzione radar negli aeroporti italiani.
Nella gara europea bandita dall'Enav, tra i più agguerriti c'era Thales, industria di elettronica e radar, controllata dallo Stato francese. Alla fine, per evitare il rischio che la torta dei radar finisse a Thales, a fine 2006 l'Enav comprò la manutenzione radar da Vitrociset, l'azienda di Edoarda Crociani, vedova di Camillo Crociani, uno dei protagonisti dello scandalo Lockheed quando era presidente di Finmeccanica. L'Enav pagò 108 milioni di euro, saliti poi a 109,44.
Finmeccanica e l'industria francese, un rapporto scandito da frequenti momenti di tensione e acrimonia. Senza tralasciare qualche spregiudicato concorrente americano, come Lockheed. Ogni volta che il gruppo aerospaziale controllato dal ministero dell'Economia finisce nella bufera, c'è chi alza lo sguardo per capire se, oltre alla materia del contendere (oggi, stando alle accuse, appalti dai costi gonfiati per pagare tangenti) ci sia un incrocio con altre operazioni.
Se si analizza il profilo strategico dei grandi gruppi dell'aerospazio, indicati nella tabella, nei primi dieci del mondo per fatturato ci sono sette americani e solo tre europei: Eads, il gruppo franco-tedesco forte negli aerei civili con Airbus e negli elicotteri con Eurocopter, l'inglese Bae Systems che deriva due terzi dei ricavi dagli Stati Uniti, Finmeccanica al nono posto, con importanti attività in Gran Bretagna e Stati Uniti.
La Francia ha fior di industrie più indietro in classifica, Safran per i motori, Dassault per i caccia Rafale e i jet Falcon, Thales. Thales è il gruppo con il quale i rapporti di Finmeccanica sono più tesi, nonostante una joint venture nello spazio.
I francesi patiscono l'arrivo di Finmeccanica nel NordAfrica. Un'ex riserva della Francia, che ora subisce l'affondo degli uomini di Guarguaglini, che hanno fatto affari con la Libia (sensori di controllo confini di Selex Si, elicotteri AgustaWestland, industria ferroviaria con Ansaldo Sts) e l'Algeria (elicotteri), facendo irritare sia Thales sia Eurocopter. Neanche gli Stati Uniti gradiscono gli affari con Gheddafi. Nei treni c'è rivalità con Alstom, battuta da Breda per i 50 treni veloci per le Fs.

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Tags Correlati: Antonio Martino | Bae Systems | Camillo Crociani | Edoarda Crociani | Ente nazionale di assistenza al volo | Ferrovie dello Stato | Finmeccanica | Francia | Giulio Tremonti | Imprese | Italia | Legione d'onore | Selex | Siemens

 

Quando i francesi si affermano all'estero è un successo di mercato, come per il treno venduto da Alstom alla Ntv di Luca di Montezemolo. Se perdono in casa è lesa maestà, come mostra la reazione di Alstom alla decisione di Eurostar di comprare convogli tedeschi da Siemens.
Anche Thales era interessata alla società americana di elettronica Drs, comprata nel 2008 da Guarguaglini. Negli Emirati Arabi Uniti ci sono tensioni con i francesi, oltre che con Lockheed, alleata dei coreani per una commessa per aerei addestratori. Questi e altri soggetti, attivi anche in Italia, nelle vicende di Finmeccanica non sono «semplici spettatori», per dirla con l'espressione attribuita in questi giorni al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, il cui algido distacco mal dissimula ostilità per la gestione Guarguaglini.
Antonio Martino, da ministro della Difesa nel governo Berlusconi, il 20 dicembre 2001 al Senato accusò i francesi di aver pagato tangenti in Germania per il sì al controverso aereo Airbus 400M. «La Francia ha elargito non soltanto croci della legion d'onore, ma anche qualcos'altro», disse. Anche adesso si parla di tangenti. Ma a pagarle, stavolta, sarebbero stati gli italiani.
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