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Questo articolo è stato pubblicato il 28 novembre 2010 alle ore 14:56.
Il fuoco di sbarramento diplomatico sul grande gossip di WikiLeaks è enorme, tanto da far temere che davanti alla "madre di tutte le rivelazioni" ci sia stavolta qualcosa di molto grosso che potrebbe creare più di un imbarazzo tra gli Stati Uniti e il resto del mondo (alleati compresi).
L'ora x è per oggi alle 22,30 quando Der Spiegel ha annunciato la pubblicazione online di tutti i documenti. Iniziativa che verrà con tutta probabilità seguita da New York Times, Guardian, Le Monde e El Paìs, ovvero i media già in possesso dei documenti.
La possibile diffusione, anche da parte del sito di WikiLeaks, di decine di migliaia di documenti diplomatici riservati statunitensi è «irresponsabile» e potrebbe mettere a rischio «vite umane ed interessi» ha dichiarato ieri il portavoce del Dipartimento di stato americano, P.J. Crowley. Anche il capo di stato maggiore della difesa Usa, Mike Mullen, ha detto che «la pubblicazione potrebbe mettere a repentaglio la vita dei soldati e il successo delle missioni». Basterà a calmare le acque agitate della diplomazia mondiale? Nessuno ci crede.
Il Dipartimento ci prova e ha avvertito i principali governi su possibili rivelazioni imbarazzanti, che potrebbero creare tensioni bilaterali; sebbene i messaggi non siano classificati come top secret, l'amministrazione Obama non ne conosce il contenuto preciso e quindi brancola nel buio. Secondo fonti vicine al sito di Assange i documenti diplomatici sarebbero 260mila - finora si è parlato di 3 milioni probabilmente perché ciascun documento è composto da molte pagine - e solo il 5% riguarderebbe l'Europa mentre la gran parte si riferirebbero a Medio Oriente e Asia.
Si tratterebbe per la maggior parte di relazioni inviate da sedi diplomatiche statunitensi nell'arco degli ultimi cinque anni che includerebbero - oltre ad analisi di specialisti sulla situazione nel paese ospite - anche i "cable" i resoconti di colloqui con politici, imprenditori o giornalisti.
Il segretario di Stato Hillary Clinton, giocando di anticipo, ha parlato venerdì per telefono con l'omologo cinese Yang Jiechi sul previsto rilascio da parte di WikiLeaks di documenti diplomatici dal contenuto "franco".