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Questo articolo è stato pubblicato il 29 novembre 2010 alle ore 16:01.
Nessuna partecipazione a festini selvaggi. E soprattutto nessun peso a rivelazioni di funzionari di III grado. Da Tripoli, dove è giunto stamane per partecipare al terzo vertice Africa-Ue, il premier Silvio Berlusconi commenta le rivelazioni sul suo conto diffuse da Wikileaks. Ma il Cavaliere torna anche sulle ultime indiscrezioni relative alle presunte feste organizzate nella sua villa di Arcore e su cui ieri si erano registrati nuovi dettagli dopo l'intervista dell'escort Nadia Macrì a Sky. «Non frequento festini selvaggi - si difende Berlusconi -. Le ragazze sono pagate per dire il falso. Si tratta di rivelazioni infondate e incredibili. Le cene da me organizzate sono sempre corrette. Le cose dette fanno male all'immagine del paese».
Il premier smentisce dunque il racconto della Macrì e interviene anche sulla vicenda Wikileaks. «Non guardo - ha spiegato il premier in una pausa del vertice - a quello che rivelano funzionari di terzo o quarto livello e che viene poi riportato da giornali di sinistra». Quanto alle ultime rivelazioni sulle feste allestite nelle sue ville, il premier aggiunge. «Voglio fare un appunto. Io, una volta al mese do nelle mie case alcune cene dove tutto avviene in modo corretto dignitoso ed elegante». E i racconti delle partecipanti rilanciati dai giornali e dalle tv? «Mi domando perché lo facciano - è la replica di Berlusconi -. Sono infondate e incredibili. Una ragazza che si dichiara prostituta di fronte al mondo si preclude tutte le strade per un lavoro futuro, per trovare un marito. Allora mi domando chi le ha pagate». Il premier non fa nomi, ma ieri il legale del Cavaliere, Niccolò Ghedini, era intervenuto a stretto giro dopo l'intervista rilasciata dalla Macrì a Sky per minacciare azioni legali. «Notizie prive di fondamento, agiremo per via giudiziaria».
Insomma, il Cavaliere prova a minimizzare l'impatto scatenato dai 250mila documenti resi noti dal sito fondato da Julian Assange e dagli ultimi racconti sulle feste di Arcore. Fino a oggi pomeriggio il premier aveva preferito non commentare ed era volato in Libia dal suo amico Muammar Gheddafi. Prima della partenza per Tripoli, il Cavaliere aveva però dettato la linea: tenere basso il livello delle reazioni. Una consegna presa in carico dai suoi fedelissimi a palazzo Chigi, anche se il ministro degli Esteri, Franco Frattini, è parso a più riprese fuori linea, forse semplicemente per dovere d'ufficio. Prima della pubblicazione dei documenti, il titolare della Farnesina aveva parlato di «11 settembre delle diplomazie» per poi tornare oggi sulla vicenda invitando la comunità internazionale «a reagire compatta, senza commentare, contro chi vuole distruggere il mondo». Un invito che la maggioranza aveva giocato in chiave interna, lanciandolo all'opposizione nel tentativo di stoppare sul nascere nuove polemiche attorno al premier. Ma le reazioni nel centro-sinistra non sono mancate: dal segretario del Pd, Pierluigi Bersani («c'è poco da ridere», con riferimento alla risata con cui il Cavaliere avrebbe commentato le prime indiscrezioni sulla vicenda) ad Antonio Di Pietro, leader dell'Idv. «Che Berlusconi fosse incapace lo sapevamo già».