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Questo articolo è stato pubblicato il 29 novembre 2010 alle ore 18:18.
Due miliardari inossidabili con la passione della filantropia salgono ai vertici della classifica dei cento pensatori più influenti, secondo Foreign Policy. Warren Buffett, l'oracolo di Omaha, affianca Bill Gates, fondatore di Microsoft alla guida della più grande fondazione umanitaria del mondo, impegnata in investimenti nelle nazioni sulla sanità e sull'ecologia nelle nazioni in via di sviluppo. Al presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, viene assegnata una terza posizione: ha attraversato il disastro del golfo del Messico e la bufera dei documenti riservati di Wikileaks. Secondi, parimerito, i vertici di due organizzazioni internazionali: Dominique Strauss-Kahn, direttore del Fondo monetario, e Robert Zoellick, presidente della Bnanca mondiale. Il capo di Stato tedesco Angela Merkel è la prima europea nella lista, in decima posizione.
Ma Foreign policy scommette sull'ambiente e la tecnologia. Un'italiana, la parlamentare verde Monica Frassoni, è in trentaduesima posizione con altre tre colleghe intervenute al vertice di Copenhagen. Anzi, l'ecologia è una frontiera per lo sviluppo economico: sono presenti nell'elenco del cento anche il venture capitalist Vinod Khosla impegnato nel finanziamento di progetti all'avanguardia per le energie rinnovabili e Shai Agassi, l'imprenditore israeliano che scommette sui veicoli elettrici.
Il mondo hi-tech guarda ai paesi in via di sviluppo. E, soprattutto, all'Africa e all'Estremo Oriente. Certo, compaiono tra i primi venti i grandi che hanno conquistato le cronache degli ultimi decenni: Jeff Bezos, fondatore di Amazon (appena sbarcato anche in Italia) e pioniere degli ebook con il lettore Kindle, occupa il diciassettesimo posto, un gradino sopra rispetto a Steve Jobs, anima di Apple. Staccati di qualche posizione, gli inventori di Google, Sergey Brin e Larry Page. Eppure compaiono anche nomi poco noti al pubblico, ma che sono impegnati nell'integrazione tra internet e progetti per le nazioni emergenti. Per esempio, la keniota Ory Okolloh: ha lanciato una mappa online utilizzata per monitorare campagne elettorali e crisi ambientali attraverso le segnalazioni dal territorio delle persone. E ancora: Ethan Zuckerman, animatore della rete di blog "Global Voices", aperti in paesi del mondo dove i media tradizionali faticano ad arrivare. Esther Duflo alla guida del Poverty Action Lab del Mit dove unisce l'analisi statistica rigorosa con la valutazione delle policy per lo sviluppo. L'attenzione di Foreign Policy va al Nobel per la pace, Liu Xiaobo, e a persone impegnate da sempre nel dialogo interculturale, come lo scrittore David Grossman e l'antropologa Martha Nussbaum. Il fondatore di Wikileaks Julian Assange, almeno da questa lista, è assente.