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Questo articolo è stato pubblicato il 29 novembre 2010 alle ore 18:34.
Francesco Profumo, rettore del Politecnico, rinuncia alla candidatura a sindaco di Torino e Sergio Chiamparino, lancia Piero Fassino. Difficile, ha detto il primo cittadino uscente, non condividere le ragioni che hanno indotto Profumo al rifiuto, ora che «la vicenda politica è già così fortemente connotata, con uno scenario nel quale anche le elezioni amministrative assumono valore politico». Del resto Fassino ha mantenuto un radicamento con la città (ha ancora casa lì), è un dirigente di partito che - almeno stando alla storia recente - ha dimostrato di non avere paura del nuovo, perché è toccato a lui, come segretario, sciogliere i Ds per arrivare al Pd.
Profumo aveva posto tre condizioni per scendere in campo: non essere il candidato di un partito ma espressione della società civile, creare un laboratorio di larghe intese, superare le primarie con una lista civica supportata dai partiti. Ma ora, il rettore (lo dice lui stesso) ha preso atto che «nonostante la buona volontà di molti, non si è verificata la convergenza sulle tre condizioni preliminari». Ad essere mutata è prima di tutto la situazione politica complessiva, con la competizione elettorale a Torino che rischia di subire gli effetti di una polarizzazione del confronto, perché non è escluso che politiche e amministrative coincidano. E la forza di un candidato civico potrebbe risultare smorzata.
«Ho sostenuto Francesco Profumo fino all'ultimo minuto - dice Piero Fassino - e mi rammarico che non abbia accettato». Ma ora, ammette l'ex segretario Ds, «ragioniamo con uno scenario nuovo». Prima di scioglie la riserva sulla sua possibile corsa, Fassino però vuole fare «alcune verifiche, capire in che modo è possibile dare un contributo». Nessun dubbio sulle primarie «stanno nelle regole del Pd. Non ho alcuna intenzione di sottrarmi».
In corsa per la poltrona di primo cittadino della città della Sindone c'è già Davide Gariglio, anche lui iscritto al Pd, ex margheritino ed ex presidente del consiglio regionale piemontese. Non ha ancora ufficializzato la sua scelta di correre Giorgio Ardito, già segretario della federazione del Pci torinese, poi dei Ds. Ma in campo ci sono pure Roberto Tricarico, assessore all'ambiente, alle politiche per la casa e il verde della giunta Chiamparino e Roberto Placido, consigliere regionale al terzo mandato, anche lui in quota Pd.