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Questo articolo è stato pubblicato il 29 novembre 2010 alle ore 12:52.
«Al centro dell'attenzione, il tandem», titola Kommersant, il giornale russo che ha raccolto per primo le rivelazioni contenute nella prima parte dei dossier segreti pubblicati da Wikileaks. Il tandem e dunque la coppia al comando, Putin e Medvedev: quest'ultimo, il presidente, nel rapporto con il vero leader del paese è come Robin con Batman, ha scritto un diplomatico. Ma se Putin è Batman, a Robin/Medvedev vanno le simpatie degli americani che lo vedono «meglio disposto nei confronti delle potenze occidentali, più aperto di fronte ai problemi che la Russia dovrà risolvere: la modernizzazione e la supremazia del diritto».
Così scrisse l'ambasciatore Usa a Parigi, Charles Rivkin, il 16 settembre 2009. Considerazioni che certo non sorprendono le autorità russe, anche là dove Medvedev viene descritto come un presidente «pallido e indeciso» rispetto a Putin, «il capobranco». Così la prima reazione ufficiale da Mosca è segnata dalla cautela: è prematuro commentare questi dossier, ha spiegato il portavoce di Putin, Dmitrij Peskov: «Prima è necessario capire a quale livello sono stati fatti questi commenti, e in quali documenti. In ogni caso, è necessario scoprire se si sta parlando effettivamente di Putin».
Perché al di là di Robin e Batman, altre considerazioni sono assai più pesanti. Il britannico Guardian riporta un documento in cui si afferma che le autorità russe e i servizi segreti utilizzano i boss della mafia per azioni criminali. Un dispaccio dichiara che potere e criminalità organizzata sono ormai così intrecciati che la Russia è diventata «un vero stato mafioso». I telegrammi pubblicati dal Guardian sottolineano il fastidio degli americani verso il legame tra Vladimir Putin e Silvio Berlusconi: i «costosi regali», un misterioso intermediario italiano russofono, i contratti controversi sul fronte dell'energia: South Stream, il progetto Eni-Gazprom di gasdotto attraverso il Mar Nero che gli Stati Uniti non hanno mai visto di buon occhio. Così come non gradiscono la vendita imminente di una portaelicotteri francese ai russi: nel febbraio scorso il segretario alla Difesa Robert Gates avrebbe manifestato le sue preoccupazioni in proposito al collega francese, Hervé Morin, dicendogli che «la democrazia russa è scomparsa», e che «il governo è un'oligarchia diretta dai servizi segreti».