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Washington in grande trambusto, ma di nuovo finora c'è ben poco

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Questo articolo è stato pubblicato il 29 novembre 2010 alle ore 09:19.

NEW YORK – Washington è in grande trambusto. Il giorno dopo, l'affaire WikiLeaks e la diffusione di 250.000 documenti "segreti" del dipartimento di Stato si sta già pensando di cambiare le regole del gioco. Di togliere, l'indicazione top secret in misura da uno a mille da documenti che riportano semplici chiacchericci da bar o articoli di giornali locali.

È anche bizzarro che documenti top secret siano accessibili a funzionari di basso rango e a un totale di 2 milioni di persone. Forse si creeranno compartimenti stagni o sottocategorie e si ridurrà a qualche migliaio il numero di chi potrà avere accesso a certi documenti realmente top secret. Per questo gran parte delle informazioni che abbiamo appreso da WikiLeaks e dal suo fondatore, la primula rossa Julian Assange sono superficiali e in gran parte già conosciute.

Ad esempio, che un funzionario di ambasciata come Elizabeth Dibble, promossa pochi mesi fa a sottosegretario per gli Affari europei scriva che il presidente del consiglio Silvio Berlusconi sia molto vicino a Vladimir Putin al punto da esserne diventato un suo «portavoce in Europa» non è un segreto. Anzi, lo ha anticipato più volte lo stesso Berlusconi, vantando stretti rapporti personali con il leader russo. E quando si parla di affari possono esserci divergenze, ma ciascuno deve fare il suo interesse. C'è in effetti un tornaconto economico per l'Italia nel garantirsi delle forniture energetiche dalla Russia, altra preoccupazione questa espressa nei documenti quando si parla di mediatori e di forniture energetiche o di concorrenza fra gasdotti Southstream a cui partecipa l'Italia o Nabucco organizzato dall'America, divergenza di nuovo ampiamente consociuta. In questo caso però emerge un terzo livello, quello dello "spin" o dell'inchiesta conseguente alle rivelazioni.

Si tratterà di capire, ad esempio, ma questo i documenti di WikiLeaks, o meglio quelli che abbiamo consultato finora non lo dicono, se è nell'interesse "strategico" dell'Italia tagliare fuori la Polonia e l'Ucraina dal passaggio del gasdotto Southstream in alternativa al Nabucco disegnato dagli americani. E fonti che abbiamo interpellato a Washington pongono l'accento su questo punto, affermano che così facendo l'Italia indebolisce sia la Polonia che l'Ucraina. In questo modo si sfrutta a vantaggio dell'impostazione strategica Americana una "rivelazione" di WikiLeaks che per gli addetti ai lavori era roba vecchia.

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Tags Correlati: Corea del Nord | Elizabeth Biddle | Elizabeth Dibble | Iran | Italia | Julian Assange | Polonia | Russia | Silvio Berlusconi | Stati Uniti d'America | Ucraina | Vann H. Van Diepen | Vladimir Putin

 

È dunque questa la chiave con cui il giorno dopo si stanno rileggendo i documenti, con una divisione in due grandi categorie, quella del pettegolezzo, della curiosità o della sensazione conosciuta e condivisa a livello popolare, e i fatti davvero nuovi. Nella prima categoria abbiamo appreso che la Merkel non è creativa, Sarkozy ha il complesso napoleonico e diventa «l'imperatore nudo» da controllare. Gheddafi gira con l'infermiera ucraina, Berlusconi è «incapace, vanitoso e inefficace come moderno leader europeo» e sarebbe «fisicamente e politicamente debole», a causa delle «frequenti lunghe nottate che gli impediscono di riposarsi abbastanza». In questa prima grande categoria vi sono opinioni personali dei funzionari, spesso riprese dalla stampa locale che raramente diventano policy e che forse non raggiungono neppure la Casa Bianca e che certamente non sono top secret.

Nella seconda categoria invece vi sono riferimenti più fattuali. Ad esempio che il Re saudita Abdullah abbia chiesto all'America di «tagliare la testa del serpente» prima che possa mordere, riferendosi al programma nucleare iraniano e alla necessità di distruggerlo con un attacco militare. In questo caso le rivelazioni sono fattuali, riguardano conversazioni politiche molto specifiche e ci danno uno spaccato che non conoscevamo: e cioè che in questa istanza l'Arabia Saudita che pubblicamente esprimeva parole di elogio per l'Iran, si trova privatamente schierata molto più vicina alla posizione israeliana.

Oppure i dettagli di un documento del 26 febbraio 2010 relativi alla vendita di missili nordcoreani all'Iran.I missili coreani si chiamano BM-25 e possono trasportare testate nucleari. Gli esperti ritengono che la gittata dei BM-25 possa raggiungere i 1.600 km (2,000 miglia). Quindi un missile iraniano potrebbe colpire anche città come Berlino o Mosca. Inoltre il testo il resoconto di un incontro fra alti funzionari russi e una delegazione americana guidata da Vann H. Van Diepen, un funzionario della divisione del Dipartimento di Stato che in qualità di funzionario dell'intelligence nel 2007 ha avuto un ruolo cruciale nella valutazione della capacità nucleare iraniana, fa dedurre una cooperazione militare e forse nucleare fra Corea del Nord e Iran superiore a quella conosciuta.

Già dal 2006 in alcuni rapporti si parlava del fatto che la Corea del Nord poteva aver venduto all'Iran 19 missili basati su un modello russo chiamato R-27, utilizzato a bordo dei sottomarini sovietici per trasportare testate nucleari. In questo caso il documento conferma che secondo l'intelligence americana la consegna dei BM-25 è davvero avvenuta. E ci offre una chiave di lettura nuova per i accordi di Lisbona che prevedono la costruzione di uno scudo antimissille in Europa.

Notizie interessanti, curiosità, possibili spin politici, uno spaccato della linea estera americana e del funzionamento interno del Pentagono, nell'insieme affascinanti. Ma non abbiamo ancora visto una "smoking gun" un pistola fumante e rivelatrice di un qualche episodio eclatante. Ma su 250.000 documenti non è facile cercare. E il lavoro continua.

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