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Non solo Elton John a Napoli. Troppi miliardi sprecati o non utilizzati dai Fondi strutturali Ue (Ft)

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Questo articolo è stato pubblicato il 30 novembre 2010 alle ore 16:54.

Il concerto di Elton John a Napoli, finanziato con i fondi Ue, è solo uno dei casi più eclatanti che rivelano l'uso improprio dei fondi strutturali europei. Un'inchiesta del Financial Times, svolta in collaborazione con il Bureau of Investigative Journalism, solleva interrogativi di fondo sull'efficacia della gestione dei fondi strutturali Ue. Il Ft punta il dito sull'enorme massa di denaro inutilizzato: solo il 10% dei 347 miliardi stanziati fino al 2013 è stato finora erogato.

«Miliardi di euro di fondi Ue per promuovere la crescita nelle regioni povere d'Europa giacciono inattivi», scrive il Financial Times, perché i governi nazionali, a corto di soldi, non riescono a trovare i fondi necessari da parte loro per sbloccare i finanziamenti. Finora, a oltre metà del periodo settennale del programma, sono stati sborsati solo 35 miliardi di euro e la stragrande maggioranza dei fondi stanziati restano inutilizzati.

Altre cifre Ue – nota il Ft - mostrano che «8,4 miliardi di dollari sono stati pagati per errore» dai fondi strutturali durante i due precedenti periodi settennali di spesa. Di questi, è stato finora recuperato il 75%. Gli inquirenti sospettano anche che decine di milioni di euro siano stati dirottati dalla criminalità organizzata, mafia italiana compresa.

I fondi strutturali, uno dei programmi di spesa pubblica multinazionale più grandi del mondo, rappresentano più di un terzo del bilancio Ue, ricorda il Ft. Il "colossale" programma di finanziamento, «equivalente a quanto la Gran Bretagna spenderà per la sanità e la difesa nei prossimi due anni», o al Pil del Belgio nel 2010, contribuisce a finanziare più di 600mila progetti.

Il programma è nato in nome della solidarietà, per favorire la coesione delle aree più povere e più ricche d'Europa. Ma molti criticano questo esercizio di redistribuzione della ricchezza, guastato da sprechi e frodi.

Nell'inchiesta, che ha richiesto otto mesi di ricerche, il Financial Times cerca di rispondere a due semplici domande. «Dove vanno i soldi? E la politica sta raggiungendo gli obiettivi che si era prefissata?». L'indagine – afferma il Ft - «solleva seri interrogativi sull'efficacia della spesa Ue» e induce a chiedersi se la Commissione possa affidarsi a «centinaia di autorità separate per sorvegliare la spesa del denaro del contribuente europeo». «Gli aiuti regionali hanno bisogno di affidabilità», ricorda Tony Barber in un commento.

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Tags Correlati: Belgio | British American Tobacco | Cynthia O'Murchu | Danuta Hubner | Elton John | Fiat | Finanziamenti alle imprese | Gran Bretagna | IBM | Napoli | Nokia | Peter Spiegel | Siemens | Tony Barber | Unione Europea

 

Negli articoli firmati da Cynthia O'Murchu a Londra e Peter Spiegel a Bruxelles si riassumono le principali pecche del programma Ue, che saranno approfondite in una serie di servizi in pubblicazione sul cartaceo e online questa settimana.

La complessità del programma di finanziamento significa che «c'è poca sorveglianza centrale su come sono spesi i fondi»: il Ft e il Bureau hanno potuto creare una banca dati solo scaricando più di 600 documenti nazionali in 21 lingue diverse.

Una «burocrazia poco trasparente» rende estremamente difficile per i contribuenti risalire a come sono stati i soldi.

Un sistema di sorveglianza decentralizzato e debole «punisce raramente la frode e gli abusi». Il risultato è che milioni di euro continuano a essere dirottati dalla criminalità organizzata, «nonostante i ripetuti allarmi» lanciati nei decenni. Nel 2009 109 milioni di euro sono sospettati di frode.

Il programma, cui va il merito di avere portato alla modernità paesi un tempo sottosviluppati come Irlanda e Spagna, ora spende miliardi di euro ogni anno in progetti che non sembrano all'altezza della missione originaria.

Alcune multinazionali, tra cui Fiat, Ibm, Nokia, Siemens, Coca-Cola, e la catena di moda H&M, hanno ottenuto sussidi dal programma, che dovrebbe sostenere prima di tutto piccole e medie imprese. Tra i beneficiari c'è perfino la British American Tobacco, che ha ottenuto in tutto 1,6 milioni di euro per finanziare la costruzione di una fabbrica di sigarette, mentre l'Ue spende milioni per convincere i cittadini europei a non fumare. McDonald's ha ricevuto quasi 60.000 euro per pagare la formazione di addetti in un'agiata città svedese.

Ci sono imprese che usano i fondi Ue per spostare fabbriche in paesi con forza lavoro meno cara, nonostante pratiche del genere siano vietate. La Commissione Ue ha lanciato una consultazione pubblica su come riformare la sua politica di coesione. Vuole concentrare i fondi su alcune aree prioritarie e introdurre obiettivi di perfomance più rigidi.

Per Fabrizio Barca, direttore generale al ministero dell'Economia, incaricato dall'ex commissario Danuta Hubner di redigere un rapporto indipendente sull'efficacia della politica di coesione, «Questa politica va insieme a così tante politiche che affrontano le stesse questioni che a livello macro non è semplicemente possibile valutarla». Il Ft, che viene edito nell'euroscettica Londra, pone un interrogativo per il futuro: nel 2013, quando scade l'attuale round del programma «sarà ora di cambiare rotta?».

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