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Questo articolo è stato pubblicato il 30 novembre 2010 alle ore 14:47.
Professore universitario, giurista di fama internazionale e co-titolare delllo studio legale Libonati-Jaeger con sede a MIlano e Roma, Berardino Libonati, romano, classe 1934, è morto questa notte di infarto. Libonati è stato un protagonista della finanza italiana ed ha ricoperto importanti ruoli in società pubbliche. Il 9 febbraio 2007 il ministro Tommaso Padoa Schioppa lo ha indicato come presidente di Alitalia, in sostituzione di Giancarlo Cimoli, per gestire la privatizzazione della compagnia aerea, ma si è poi dimesso con il fallimento della gara voluta dal ministero dell'Economia, lasciando il posto a Maurizio Prato.
È stato di presidente del Banco di Sicilia (1994-1997); presidente di Finnat-Euramerica Sim (1995-1997); presidente di Telecom Italia e Tim (1998-1999); membro del collegio sindacale di Eni (1992-1995); membro del cda del gruppo Smi dal 1992 al 2004; membro del consiglio della Nomisma (2003-2007); consigliere di amministrazione di Mediobanca (2001-2007); presidente di Swiss Re Italia(1996-giugno 2006); presidente di Alitalia (febbraio-luglio 2007); presidente di Banca di Roma (2002-2007); vice presidente di Unicredito Italiano (agosto 2007-aprile 2009).
Attualmente ricopriva la carica di presidente di Unidroit (Institut pour l'unification du droit privè); faceva parte del consiglio di amministrazione della Esi; era consigliere di amministrazione della Rcs MediaGroup; da aprile 2008 era presidente di Telecom Italia Media e consigliere di Telecom Italia; dal 28 aprile 2005 consigliere di Pirelli &C.
Libonati ha scritto numerosi libri di diritto societario e bancario, era direttore della Rivista del Diritto Commerciale e del Diritto Generale delle Obbligazioni e condirettore di Concorrenza e Mercato oltre ad essere componente del comitato di direzione della Rivista delle Società dal novembre 1988. Ha anche difeso la Repubblica Italiana davanti alla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja nel caso Raytheon-Elsi.