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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2010 alle ore 18:42.
Non gli basta essere entrato nella leggenda del calcio, e neppure nella storia del cinema. Eric Cantona è un maestro nell'alzare l'asticella e adesso vuole la rivoluzione. Vuole entrare a gamba tesa nella storia del suo paese, la Francia, forse solo per misurare il suo ascendente sul popolo d'oltralpe, per dimostrare a se stesso e al mondo la forza del suo egocentrico potere istrionico, perché leu a perdere non ci sta mai: ‘Non giocavo contro un avversario, giocavo sempre e solo contro l'idea di perdere'.
E' una delle sue frasi più celebri, tra le tante che lo hanno trasformato in un idolo, non sempre divulgatore di valori positivi ma senza alcun dubbio ammantato da un carisma non comune. A Manchester, dove è stato senza dubbio bandiera indiscussa dal 1992 al 1997 nelle fila dei Red Devils, è stato addirittura eletto, nel 2001, calciatore del secolo. Dopo il debutto nell'Auxerre, e la successiva convocazione nella Nazionale Under 21 francese che vinse il titolo europeo nel 1988, si trasferì all'Olympique Marsiglia, da sempre la sua squadra del cuore, per una cifra record per il mercato francese. Celeberrimi, da quella fase in poi, divennero i suoi capricci: dal lancio a terra della maglia per una sostituzione sgradita agli insulti pubblici al ct della Nazionale durante uno show televisivo. Peregrinò successivamente in prestito al Bordeaux e poi al Montpellier. Nuova maglia e nuova rissa, addirittura con un cmpagno di Jean-Claude Lemoult, colpito con un calcio in pieno viso. Il ritorno a Marsiglia fu caratterizzato da continue liti con gli allenatori che convinsero la società a cederlo nuovamente, questa volta Nîmes Olympique. Risultato: un mese di sospensione per aver preso a pallonate un arbitro, più altri due per aver insultato la commissione in seguito al primo provvedimento disciplinare. Si ritirò, o meglio finse di ritirarsi dal cacio per assecondare la sua vena artistica e dicarsi alla pittura finchè Michel Platini lo convinse a intraprendere una nuova carriera in Inghilterra, prima al Leeds e in seguito al Manchester United dove il suo talento tornò a sbocciare prevalendo sul caratteraccio. Con il club inglese ha vinto quattro campionati di Premiership e due edizioni di FA Cup. Nessun titolo invece nel corso della sua stagione di espiazione per aver rimediato nove mesi di squalifica. Il fatto fu eclatante, le immagini fecero il giro del mondo e paradossalmente accrebbero ulteriormente la sua popolarità mediatica.