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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2010 alle ore 08:47.
È un momento «delicatissimo» della vita istituzionale e quindi bisogna evitare di gettare benzina sul fuoco. Giorgio Napolitano scrive al Csm e si appella al «senso di responsabilità di tutti» per scongiurare «situazioni che possano creare inopportune tensioni». E in mattinata, in un messaggio inviato al Salone della giustizia di Rimini, il Capo dello Stato aveva ricordato le «gravi contrapposizioni» che lacerano il sistema giustizia, insieme a «disfunzioni e ritardi».
L'intervento del Quirinale al Csm è legato alla «pratica a tutela» di Fabio De Pasquale, il pm di Milano del processo Mills in cui è imputato Silvio Berlusconi, da quest'ultimo definito «famigerato» e accusato di essere il responsabile del suicidio di Gabriele Cagliari all'epoca di Mani pulite, nel '93. Accuse «infondate e false», ha concluso la prima commissione del Csm nella proposta che attende ormai da più di venti giorni di essere portata al plenum per il voto, ma che, dopo il richiamo di Napolitano, approderà nell'aula Bachelet soltanto il 15 dicembre, successivamente al voto del Parlamento sulla fiducia al governo.
La lettera del Capo dello Stato (che è anche presidente del Csm) è stata letta durante la seduta plenaria di ieri pomeriggio dal vicepresidente del Csm Michele Vietti, al quale era indirizzata. È anzitutto una risposta alla missiva che i 5 laici del Pdl inviarono al Quirinale all'indomani dell'apertura della pratica a tutela di De Pasquale per contestare questo potere del Csm nonché le anticipazioni di stampa.
Anticipazioni «improprie» che vanno «scongiurate», scrive Napolitano, anche attraverso modifiche regolamentari, se necessario. Quanto alle pratiche a tutela, il presidente ribadisce le sue perplessità sull'efficacia di questo strumento, foriero di polemiche politiche, e ricorda di aver sollecitato una riflessione che portò, nel 2009, ad alcune restrizioni. Ma il regolamento lo prevede e quindi non può essere contestato. Se ai laici Pdl non piace, l'unica strada che hanno è proporre una «revisione» della la norma regolamentare.
Detto questo, Napolitano richiama tutti al «senso di responsabilità» e al necessario «riserbo», vista la delicatezza del momento politico-istituzionale. No, dunque, a fughe di notizie né a prove di forza su temi scottanti, come l'inserimento all'ordine del giorno del plenum della pratica contro Berlusconi. Invito implicito ma chiaro, raccolto da Vietti e dal presidente della prima commissione Guido Calvi, d'accordo nel rinviare a dopo il 14 dicembre l'esame e il voto sul caso De Pasquale, anche se i togati premono per definirla subito, visto che è pronta già da molto tempo. Ma nella lettera di Napolitano è implicito anche il richiamo (ai laici Pdl) a rispettare le prerogative del Csm e, quindi, a non far mancare il numero legale al momento del voto, bloccando di fatto la funzionalità dell'organo di autogoverno e innescando ulteriori tensioni istituzionali.