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L'allarme dell'Unicef: bambini mai così poveri in Italia. Fini, serve un piano nazionale per l'infanzia

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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2010 alle ore 14:02.

Tre indicatori per misurare l'attenzione verso bambini e adolescenti: benessere materiale, istruzione e salute. E una pessima pagella per l'Italia che incassa una sonora bocciatura. A decretarla è il rapporto preparato dal Centro di ricerca Innocenti dell'Unicef, consegnato stamane a Gianfranco Fini dal presidente di Unicef Italia Vincenzo Spadafora. Quaranta pagine che fotografano i livelli di disuguaglianza in 24 stati Osce tra il 2005 e il 2008 con un responso chiarissimo: in Italia, Grecia e Stati Uniti il numero dei bambini poveri supera la media dei paesi Ocse e il rischio di esclusione è sempre più alto.

«La situazione dei bambini italiani è peggiorata come mai prima d'ora - ha ammonito Spadafora - e il rapporto ci conferma che i governi non hanno realizzato interventi concreti per combattere la crescente povertà e le disuguaglianze tra i bambini del nostro paese». Mentre Fini ha sollecitato il governo a presentare «un piano nazionale per l'infanzia che sia poi discusso in Parlamento e indichi le strategie anche per gli altri livelli istituzionali».

Minori sempre più poveri. Dietro di noi la Slovacchia, gli Stati Uniti e l'Ungheria, ma è comunque una magra consolazione. Perché sul fronte del benessere materiale dei minori, sono parecchie le pecche che il rapportio addebita all'Italia rilegata al 21° posto della classifica su 24 paesi. Male il reddito familiare disponibile per i minori: il 15,5% dei bambini italiani vive in famiglie, sottolinea l'Unicef, «con redditi inferiori alla metà della mediana nazionale. I paesi con i livelli più bassi sono la Finlandia, i Paesi Bassi, la Norvegia e la Danimarca, tutte con un livello compreso tra il 5% e il 6%». Né, a migliorare le condizioni di vita di bambini e adolescenti, giunge in soccorso lo Stato. Secondo il rapporto, infatti, l'impatto di trasferimenti alle famiglie e agevolazioni fiscali è assai ridotto e incide per il 7%: cioè il numero di bambini poveri passa da 1 milione e 690mila unità a 1 milione e 576mila per effetto delle misure varate dal governo a favore delle famiglie.

L'istruzione non brilla. Male anche sul fronte dell'attenzione all'istruzione dei minori dove l'Italia è sempre in fondo alla classifica guidata da Finlandia, Irlanda e Canada. Secondo il rapporto, che prende in esame tre indicatori nelle competenze su lettura, matematica e scienza, degli studenti di 15 anni, il miglior piazzamento, si fa per dire, si registra sull'ultimo dei tre tasselli. Con un 16° posto su 24, mentre per la lettura e la matematica gli studenti italiani non riescono ad andare oltre il 19° piazzamento.

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Tags Correlati: Finlandia | Gianfranco Fini | Grecia | Innocenti | Italia | O.S.C.E. | Ocse | UNICEF | Vincenzo Spadafora | Volontariato

 

Salute poco curata. Le performance dell'Italia non migliorano nemmeno sul fronte della salute degli adolescenti. Dove il rapporto raccoglie dati riferiti direttamente dagli interessati costruendo un indice composto che rifllette la frequenza di disturbi come il mal di testa, l'irritabilità, le vertigini. Soltanto gli Stati Uniti, la Grecia e il Lussemburgo, hanno fatto peggio dell'Italia che non brilla neanche quando si passa a esaminare un altro indicatore come il consumo di frutta e verdura (al 18° posto su 24) o la frequenza di attività fisica intensa al di fuori della scuola per studenti di 11,13 e 15 anni (peggio di noi solo Spagna e Francia).

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