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Scuole in rosso: ecco gli escamotage per non chiudere

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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2010 alle ore 10:02.

Scuole italiane sempre più in bolletta. Il 56,5%, dalle materne alle superiori, ha chiesto quest'anno un contributo alle famiglie. Un "aiutino" volontario, e quindi di regola non dovuto, che si aggiunge alle tasse scolastiche (e, se previsto, al costo della mensa) e serve per potenziare l'offerta formativa, ma anche per comperare carta igienica, gesso per lavagne o riparare sedie e banchi rotti. La frequenza della richiesta del contributo aumenta al crescere dei livelli scolastici, sottolinea il Censis, nel 44esimo rapporto sulla situazione sociale del Belpaese. Si va dal 34,7% di scuole dell'infanzia all'85,6% dei licei.

In media, mamma e papà hanno dovuto versare 80 euro. Una cifra che sale a 100 euro nelle scuole primarie, a 260, nei licei. Un quarto delle scuole ha aumentato il contributo richiesto rispetto al 2009. E se il contributo "volontario" non basta, le scuole puntano sui altri mezzi. Sempre privati. Il principale canale di reperimento di risorse aggiuntive è costituito dalle donazioni effettuate da una pluralità di soggetti (46,4% dei casi), cui si aggiungono le piccole donazioni che talvolta le scuole riescono a ottenere dalle banche che fungono da tesoreria e presso le quali è aperto il conto della scuola. Un fenomeno in crescita è quello del reperimento di risorse grazie ai proventi dovuti all'installazione di macchine distributrici di bevande e alimenti (34,8%), e quello dell'individuazione di uno sponsor per talune attività o di concessione di spazi pubblicitari (31,8 per cento).

Rispetto al passato, evidenzia ancora il Censis, le famiglie tengono di più alle scuole frequentate dai figli, tanto che, se richiesto, hanno collaborato ai lavori di piccola manutenzione (come ridipingere le pareti). Lo hanno fatto nel 13,6% di edifici scolastici. Tra il 2001 e il 2009 poi aumenta al 15,7% la quota di minori in età scolare che ha frequentato almeno un corso o lezioni private (+4,7% rispetto al 2008). Gli incrementi hanno riguardato soprattutto le lezioni private per il recupero scolastico (+2,3%), i corsi di tipo artistico o culturale (+2%) o di lingue straniere (+1,3 per cento).

Da segnalare infine il discreto successo delle Lim

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, le lavagnette didattiche multimediali, che da settembre hanno fatto capolino in quasi tutte le scuole. Degli oltre mille istituti contattati dai ricercatori del Censis, è emerso che l'84,9% di scuole possiede una o più Lim, dislocate in aule ordinarie o in laboratori e aule speciali. La distribuzione è avvenuta in modo analogo in tutt'Italia: si oscilla tra l'88% nel Nord-Ovest all'83,4% nel Sud. Una curiosità: stando alle risposte dei dirigenti scolastici, nel 91,4% dei casi le risorse per l'acquisto delle Lim hanno avuto origine ministeriale.

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