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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2010 alle ore 06:36.
La tempistica non poteva essere più fortunata. Dopo settimane di bufera in Europa, la Spagna ha collocato sul mercato 2,5 miliardi di euro di titoli di stato triennali. E dato che da due giorni sui mercati europei è tornato il sereno, gli investitori – più rilassati rispetto a inizio settimana – hanno fatto arrivare al Tesoro di Madrid una domanda 2,3 volte superiore all'offerta. «Bene», commentano in coro gli addetti ai lavori. Ma ogni medaglia ha due facce. Infatti la Spagna, per trovare tutti quei compratori, ha dovuto alzare i rendimenti dei suoi titoli di stato al 3,717% lordo, dal 2,527% con cui li aveva collocati nell'asta di ottobre. In meno di un mese, insomma, il tasso d'interesse dei titoli di stato triennali è salito di circa 1,2 punti percentuali. Tanto. Segnale inequivocabile che la crisi in Europa ha lasciato il segno.
La Spagna è infatti uno dei paesi europei sui cui si sono concentrati i timori degli investitori nei giorni scorsi. Madrid non spaventa i mercati per il debito pubblico, che essendo pari al 53,2% del Pil è ben sotto il 79,2% medio europeo. Madrid spaventa per altri motivi. Innanzitutto per il deficit: il bilancio dello stato era in attivo fino al 2007 e ora presenta un rosso pesante dell'11,1% rispetto al Pil. Ma la Spagna preoccupa soprattutto per il debito delle famiglie e delle imprese, perché è elevato e concentrato tutto sul settore immobiliare. Le banche per anni hanno prestato soldi alle aziende per costruire case e poi alle famiglie per comprarle. Morale: oggi le imprese spagnole, secondo le stime di Rbs, hanno un debito di 1.526 miliardi di euro (pari al 140% del Pil) e le famiglie di 914 miliardi (pari all'83% del Pil). Percentuali ben peggiori rispetto alla media europea. Soprattutto perché tutto questo debito è concentrato sul mercato del mattone: fino ad ora i prezzi delle case sono scesi relativamente poco (-12% dai massimi del 2008 secondo SocGen), ma se calassero ulteriormente i problemi si aggraverebbero per famiglie, imprese e banche.
Per la Spagna l'unica via per uscire da questo tunnel è tagliare la spesa e ridurre il peso dello stato nell'economia. Proprio due giorni fa il governo Zapatero ha avviato la parziale privatizzazione delle lotterie e della società aeroportuale Aena. Già questo è un passo apprezzato dal mercato. E, di certo, la Spagna ha apprezzato la buona domanda sull'asta di titoli di stato di ieri. Soprattutto perché – rileva la Reuters – gli ordini d'acquisto sono arrivati al 60% da investitori esteri. Anche il "termometro" dei mercati, cioè il differenziale tra il rendimento dei titoli di stato spagnoli e quello dei titoli tedeschi, è tornato più "fresco", scendendo da 300 punti base dei giorni scorsi ai 233 di ieri. La febbre cala, ma sempre di febbre si tratta.