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Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2010 alle ore 19:20.
«Non mi è piaciuto come Berlusconi ha liquidato la presentazione della mozione di
sfiducia: non c'è alcun complotto della sinistra e comunista». Così Gianfranco Fini, presidente della Camera e leader di Fli, risponde al premier sul documento per far terminare l'esperienza di governo. Dopo l'università di Chieti, Fini è arrivato a Lanciano per una manifestazione pubblica, cui hanno preso parte, tra gli altri, il coordinatore regionale di Futuro e Libertà, Daniele Toto.
Alla platea del multisala della città, ha rimarcato: «se va a leggere le firme sotto la mozione - rivolgendosi sempre a Berlusconi - scoprirà che si tratta di donne e di uomini che negli ultimi 15 anni hanno collaborato lealmente con lui. Dov'è il complotto comunista?».
«Berlusconi non si è mai chiesto perchè perde pezzi», ha proseguito Fini. Chi lo conosce capisce che per lui governare vuol dire comandare. Per questo lo abbandona».
Il presidente della Camera ha poi detto di non essere «interessato a chi presiederà il governo, ma cosa vuole fare. Perchè non si può più perdere tempo». E osserva: «Non si può governare un Paese senza una maggioranza degna di tale nome. Spero prevalga responsabilità». Fini auspica che il 15 dicembre si riparta e vengano affrontate questioni che non si possono lasciare a marcire. Se no è un problema di tutti. Se poi, però, aggiunge, «si arriva a dire che i rifiuti di Napoli non ci sono più e che Napoli è pulita, allora non c'è peggior sordo di chi non voglia sentire...».
Fini sottolinea poi di non credere a una riduazione delle tasse. «Se qualcuno - dice - pensa che da qui alla fine della legislatura si riesca a ridurre le tasse per le famiglie e per le imprese, quel qualcuno evidentemente crede a Babbo Natale». E spiega: «È impossibile fare un taglio del genere. Serietà vorrebbe che su questo si dicesse la verità, perchè governare significa assumere delle priorità. Non si prende in giro la gente dicendo che si fa tutto e poi registrare che abbiamo uno dei carichi fiscali più alti in Europa».