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Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2010 alle ore 06:38.
ROMA.
Frenata per le vendite dell'agenzia del demanio. Il 30 novembre è andata deserta la gara per la cessione della caserma Piave ad Albenga, un bene messo all'asta con un valore minimo di 40 milioni. Un brutto segnale per il programma delle dismissioni delle caserme, partito con la finanziaria 2007, quando si ipotizzava la valorizzazione di 800 beni per un valore di quattro miliardi. Alla fine il ministero della Difesa ha trasferito solo 400 beni e si è fatto autorizzare dal Parlamento per valorizzare in proprio l'altra metà. Il Demanio ha scelto cinquanta "pezzi" tra quelli più pregiati, meritevoli di essere alienati solo dopo aver portato a termine la valorizzazione che implica accordi con i comuni e cambi di destinazione d'uso, in modo da spianare la strada a un progetto di riqualificazione. È la parte più ambiziosa del programma caserme. A oggi sono solo due le caserme vendute dopo valorizzazione, la Gnutti di Brescia per 9 milioni e la Flores di Bergamo per 1,1 milioni, entrambe cedute quest'anno.
Fra i motivi che hanno affossato la gara per la caserma Piave un prezzo probabilmente troppo alto, cauzioni elevate, tempi stretti per la presentazione di un'offerta credibile (4 mesi) e vendita in blocco: la presenza nell'area individuata di una caserma dei carabinieri non alienata, in particolare, di fatto divideva in due il terreno e avrebbe reso forse più opportuna la divisione della cessione in due lotti.
La vendita dell'immobile ligure rappresentava un passaggio importante per l'agenzia del Demanio raggiungere l'obiettivo di 105 milioni di incassi da alienazioni fissato per il 2010 dal contratto di servizio tra il Demanio e il ministero dell'Economia. A fine ottobre l'incasso era fermo a 81 milioni. In realtà, all'inizio dell'anno gli obiettivi erano assai più ambiziosi, fissati dalla Ragioneria nella legge di bilancio in 420 milioni. Quello che fa fede per l'agenzia è però il valore concordato nel contratto di servizio che fin dall'inizio è stato molto più basso: 105 milioni. Anche la riprogrammazione in fase di assestamento del bilancio statale prendeva atto delle difficoltà, portando l'obiettivo a 91,5 milioni.