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Le business school italiane in recupero nella classifica FT

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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2010 alle ore 12:14.

La vetta non cambia, ma le italiane avanzano. Nel «ranking dei ranking» delle business school europee pubblicato oggi dal Financial Times sono immutate le prime cinque posizioni: regina incontrastata si conferma Hec Paris, l'istituzione più prestigiosa che prepara alle alte funzioni dirigenziali, seguita da London Business School, Insead, Imd e Ie Business School.
Posizioni consolidate, frutto del mix delle performance eccellenti totalizzate nelle altre classifiche stilate durante l'anno e relative a full-time Mba, executive Mba, master in management ed executive education.

Le migliori 75 business school d'Europa sono state valutate anche sulla qualità e sull'internazionalità della faculty e su criteri monetari dei singoli programmi: il salario guadagnato dai graduates al termine del loro percorso formativo e l'incremento percentuale allo stipendio stesso apportato dal conseguimento dei titoli di master.

E se a livello complessivo a essere più rappresentate sono le business school inglesi e francesi, cui si affiancano quelle spagnole nella parte alta della classifica, le scuole italiane segnano quest'anno performance positive. Con un balzo di sette posizioni la Sda Bocconi si piazza al 17°posto, scavalcando le inglesi Imperial College e London School of economics and political sciences. Risultato centrato grazie al 14° posto nel ranking dell'Mba, al 31° in quello dei master in management e ai successi registrati nell'Executive education (11° nei programmi su misura e 12° in quelli open).

«I risultati positivi ottenuti nel 2010 riguardano due asset fondamentali per la nostra università - spiega Guido Tabellini, rettore della Bocconi -: in primis l'internazionalizzazione dei nostri programmi, che si traduce in maggiori possibilità di esperienze di studio e tirocini all'estero. In secondo luogo il solido collegamento con il mondo del lavoro».

Dal Financial Times una conferma anche per la School of management del Politecnico di Milano (Mip e dipartimento di ingegneria gestionale), che per il secondo anno compare fra le migliori scuole d'Europa (quest'anno ne vengono valutate cinque in più rispetto al 2009), scalando la classifica di undici posizioni, dal 56° al 45°posto. E il ruolino di marcia si annuncia ambizioso. «Il nostro obiettivo è arrivare fra le prime venti business school d'Europa nei prossimi cinque anni» spiegano Cristina Masella e Gianluca Spina, rispettivamente direttore del dipartimento di ingegneria gestionale e dean del Mip.

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Tags Correlati: Aalto University School | Bocconi | Cristina Masella | Escp Europe | Gianluca Spina | Grenoble Graduate School | Guido Tabellini | Ie Business School | Imperial College | Libere professioni | London Business School | London School | Roberto Quaglia | Torino

 

Riconquista un posto (il settimo, come tre anni fa) nella top ten del Financial Times, Escp Europe, la business school che vanta la carta d'identità più internazionale del continente, con sedi a Parigi, Torino, Londra, Madrid e Berlino. A dare slancio ad Escp è stato il primato conquistato nella classifica dei master in management: il «Mim» è un percorso di laurea specialistica internazionale triennale, in tre diverse nazioni, rivolto a studenti del secondo anno di economia, oppure laureati di primo livello in qualsiasi facoltà europea che vogliano intraprendere una carriera internazionale in ambito economico. «Ogni anno – dice Roberto Quaglia, direttore Escp – al termine del master è previsto uno stage obbligatorio per il quale il placement da parte del campus di Torino è del 100 per cento».

Rispetto al 2009, nelle prime venti posizioni del ranking del Ft entrano solo due atenei: oltre alla Sda Bocconi, la svizzera Universitat St. Gallen che guadagna 14 posizioni, passando dal 30° al 16° posto. A uscire dall'elenco dei migliori sono invece Aalto University School, London School of economics and political science e Grenoble Graduate School of business.

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