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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2010 alle ore 16:47.

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PARIGI - Finalmente, dopo tre anni di battaglie giudiziarie, hanno fatto la pace. Françoise Bettencourt-Meyers, figlia dell'anziana proprietaria di L'Oréal, Liliane Bettencourt, ha rinunciato alle cause intentate nei confronti della madre e del suo entourage, che mettevano a repentaglio il futuro del colosso dei cosmetici, uno dei gruppi francesi più importanti. Rimangono aperte solo le inchieste «politiche», i sospetti che dei «vuoti di memoria» (la definizione è dei suoi domestici) di Liliane, 87 anni, si sia approfittato per pagare generose tangenti a Nicolas Sarkozy e all'Ump, il suo partito.

Per tre volte Françoise aveva chiesto ai giudici di mettere sotto tutela la madre, sospettando che il suo amico inseparabile, François-Marie Banier, fotografo dandy, conosciutissimo nei circoli altolocati della rive gauche parigina, si fosse approfittato di Liliane, spillandole l'equivalente di un miliardo di euro. Nel mirino di Françoise vi era anche Patrice de Maistre, il gestore del patrimonio di Liliane. De Maistre gravita negli ambienti dell'Ump. A un certo punto aveva assunto come collaboratrice perfino la moglie di Eric Woerth, ex ministro del Lavoro, Florence. E in registrazioni effettuate dal maggiordomo della signora Bettencourt, consegnate alla polizia, lo stesso de Maistre aveva parlato di tangenti pagate al ministro e a Sarkozy con i soldi di Liliane.

Oggi Olivier Metzner, avvocato della figlia, Françoise, ha anunciato la rinuncia della sua cliente a tutte le cause intentate contro la madre, compresi amici e collaboratori. «Françoise e Liliane si sono riavvicinate – ha sottolineato – e hanno messo la parola fine alle procedure che le opponevano». Non sono stati resi noti i dettagli dell'accordo. Si sa solo che la figlia l'ha spuntata su alcuni punti fondamentali: sia Banier che de Maistre verranno allontanati. Il fotografo ha inoltre «rinunciato – come specificato dall'avvocato - a quello che gli era stato promesso». Non si capisce bene se dovrà dire di no anche a una parte delle donazioni effettuate dall'anziana miliardaria, ma questo è quasi impossibile. Probabilmente le parole dell'avvocato Metzner si riferiscono a possibili promesse di Liliane di quote di L'Oréal, che sarebbero potute finire nella mani dell'amico (ormai ex) al momento della propria morte. Tale eventualità era vista con estrema preoccupazione nei circoli finanziari e politici francesi. Avrebbe potuto, assieme alla diatriba fra madre e figlia, favorire alla lunga il secondo azionista del gruppo, dopo la famiglia Bettencourrt, il colosso svizzero Nestlé. Che avrebbe cosi' potuto prendere il controllo di L'Oréal, strappato a mani francesi.

Metzner ha in effetti sottolineato che «madre e figlia hanno ribadito il loro attaccamento a L'Oréal ». E, addirittura, «si ritroveranno in serenità prima di Natale». Insomma, i vertici di L'Oréal, un gruppo che ha resistito egregiamente alla crisi economica, vera gallina dalle uova d'oro per gli investitori, possono tirare un sospiro di sollievo. Restano, invece, aperti i dossier di tipo politico. L'entourage della signora ha approfittato dei suoi «vuoti di memoria» per finanziare Sarkozy e compagnia? Vedremo. Questa vicenda ha rischiato a più ripresa di essere insabbiata. Forse non si saprà mai la verità.

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