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La Russia bussa alla Ue per entrare nella Wto

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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2010 alle ore 06:38.


MOSCA. Dal nostro inviato
Una cosa sta particolarmente a cuore a Dmitrij Medvedev: la modernizzazione del suo paese. Il presidente russo è in partenza per Bruxelles con la speranza che il vertice di domani con i leader europei compia finalmente qualche passo concreto: che avvicini quell'accordo di partnership con l'Unione europea che Medvedev vorrebbe realizzare perché governi, istituzioni comunitarie e imprese mettano alta tecnologia e innovazione al servizio del suo grande obiettivo.
Una meta non da poco, che a ognuna di queste scadenze – russi ed europei s'incontrano due volte all'anno – si scontra con problemi più immediati: le rivelazioni di Wikileaks, in questa tornata, con le loro ombre sul governo russo, sui rapporti diplomatici tra i partner, sul dossier energia già di per sé infiammato dal duro attacco di Vladimir Putin, in Germania, alla liberalizzazione del mercato. Il rischio è che le ombre si allunghino sul rapporto della Russia con gli Usa e la Nato, nel momento delicato in cui si discute la ratifica dei trattati sul disarmo e la costruzione di un sistema di sicurezza anti-missile.
L'altro grande obiettivo, per la Russia, è l'adesione alla Wto, l'Organizzazione mondiale del commercio, che Mosca attende dal 1993, unica grande economia ormai a esserne esclusa. Anche questo è un traguardo che si ostina a sfuggire di mano e per accelerare i tempi il Cremlino ha messo le mani avanti con gli europei: «Ci aspettiamo che Bruxelles appoggi formalmente l'adesione della Russia prima del summit bilaterale di martedì», ha fatto sapere Vladimir Chizhov, ambasciatore di Mosca presso la Ue. Perché l'intesa con l'Europa è una delle ultime barriere rimaste ai russi prima del traguardo finale, che si augurano di tagliare nel 2011: «Si tratta di firmare il memorandum (con gli europei, ndr) non al summit, ma prima», ha chiarito Chizhov.
Tra Russia ed Europa i dossier ancora aperti riguardano i dazi imposti sull'export di legname russo e i diritti di sorvolo della Siberia. Tariffe che le compagnie aeree europee devono pagare ad Aeroflot e che la Commissione europea ha calcolato in 420 milioni di dollari per il 2008. Tariffe discriminatorie, rivolte solo agli europei. Ma questo – assicurano i russi – è un problema che scomparirà una volta che Mosca sarà entrata nella Wto. Il rapporto tra Ue e Russia, specie nel campo dell'aviazione, «è uno spreco di opportunità», diceva nei giorni scorsi il commissario europeo ai Trasporti, Siim Kallas.

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Tags Correlati: Aeroflot | Bruxelles | Cremlino | Dmitrij Medvedev | Igor Shuvalov | Mosca | Nato | Organizzazione Mondiale per il Commercio | Politica | Rostov | Unione Europea | Vladimir Chizhov | Vladimir Putin | Wto

 

Resta l'ostacolo del legname: deciso a stringere i tempi, Medvedev ha incaricato il "numero due" di Vladimir Putin, il vicepremier Igor Shuvalov, di seguire personalmente il problema. Cercando un compromesso che tenga conto degli interessi delle imprese russe impegnate nella lavorazione del legno e di quelle europee, costrette ora ad acquistare a prezzi più alti.
Infine, il regime dei visti. Forse l'ostacolo più grande: rimuoverlo significherebbe aver realizzato di colpo tutto ciò che Medvedev sogna nella sua partnership con l'Europa: sicurezza, fiducia reciproca, trasparenza, affidabilità. «Noi siamo pronti ad abolire i visti anche domani», aveva detto il presidente russo all'ultimo vertice con la Ue, l'estate scorsa a Rostov. Ma anche qui gli interlocutori sono 27, ciascuno con perplessità diverse riguardo a sicurezza dei passaporti, gestione delle frontiere, emigrazione dagli altri paesi dell'ex Urss, droga e terrorismo. Il passo avanti rispetto a Rostov è stata la definizione di un approccio per identificare insieme le "misure congiunte" tecniche e amministrative e preparare il terreno alla liberalizzazione. Ma è chiaro che a Bruxelles Medvedev spera in qualcosa di più.
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