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Test d'italiano per 400mila

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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2010 alle ore 08:57.

Il test di italiano rischia di diventare più difficile per le prefetture che per gli immigrati. Giovedì parte la procedura online, mentre gli esami veri inizieranno a febbraio (entro 60 giorni dalla prime richieste). Dove? Nei «centri provinciali per l'istruzione degli adulti» che la circolare del 16 novembre del ministero definisce «capillarmente diffusi sul territorio», ma che le prefetture si affannano a individuare in queste ore. Per quanti immigrati? Sui numeri, gli uffici territoriali hanno ancora meno certezze. Gli aspiranti sono tanti, l'impatto è stato finora sottostimato. «Almeno 700mila stranieri hanno i requisiti.

Di sicuro non tutti presenteranno subito la richiesta, ma è plausibile che 400-500mila immigrati extracomunitari, stabilmente in Italia, possano farlo» spiega Gian Carlo Blangiardo, demografo all'università di Milano Bicocca ed esperto della Fondazione Ismu per la multietnicità. Il quale avanza questa valutazione tenendo conto sia dei dati Istat sulla popolazione straniera residente al 1° gennaio 2010, sia di un'indagine svolta per il ministero del Welfare sull'"anzianità" di residenza della popolazione straniera.

La conoscenza dell'italiano sarà condizione indispensabile perché un immigrato d'ora in avanti ottenga la ex "carta" di soggiorno, oggi permesso Ce per lungosoggiornanti, documento ambito da quanti hanno il requisito dei cinque anni di residenza regolare e possono dimostrare di possedere un reddito da lavoro in Italia. Documento che non scade e va rinnovato solo dopo 5 anni.

Le prefetture provano a valutare l'impatto che le nuove pratiche avranno sugli sportelli unici dell'immigrazione, già provati dall'arretrato della sanatoria 2009 per colf e badanti e ancora più a rischio per il mancato rinnovo dei 650 contratti a lavoratori interinali in scadenza a fine dicembre. E si affidano agli uffici scolastici regionali (ex provveditorati). «Per ora sappiamo solo che i centri saranno una ventina in tutta la Lombardia» dicono a Milano. «Stiamo lavorando per trovare le sedi, ma al momento non si possono dare indicazioni – precisa Pina Maria Biele, dirigente dell'area immigrazione della prefettura di Brescia –. Appena avremo l'elenco ci sarà una circolare con tutte le informazioni». A Firenze l'accordo sarà siglato oggi. Torino aspettava la nomina del nuovo dirigente scolastico, da questa settimana si definiranno le sedi. A Bari sono stati individuati sei istituti scolastici dove si tengono corsi per adulti e che dispongono di laboratori con postazioni informatiche. Scelti in base alla fruibilità e alla concentrazione degli stranieri sul territorio della provincia. Ma l'ultima parola spetterà all'ufficio scolastico regionale. «Per il momento, saranno ancora i centri temporanei permanenti a ospitare gli esami – precisa Maria Santorufo, dirigente dell'ufficio per l'immigrazione della prefettura di Lecce – perché i centri provinciali per l'istruzione degli adulti non sono ancora stati attivati».

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Tags Correlati: Dante Alighieri | Fondazione Ismu | Immigrazione | Istat | Lombardia | Maria Santorufo | Ministero dell'Interno | Pina Maria Biele | Università degli studi di Milano Bicocca

 

L'obbligo del test di italiano dal 9 dicembre è contenuto nel decreto del ministero dell'Interno del 4 giugno che fissa le modalità per ottenere la nuova "carta" di soggiorno (e introduce l'«accordo di integrazione» bloccato il 26 novembre dai pareri negativi della Conferenza unificata Stato-Regioni). Gli interessati dovranno dimostrare di avere una conoscenza dell'italiano pari al livello A2 definito dal quadro comune di riferimento europeo: una competenza definita pre-intermedia che permette di comprendere frasi ed espressioni usate frequentemente, leggere testi semplici, scrivere messaggi su argomenti familiari. Il rilascio della ex "carta" è subordinato al superamento con un punteggio di almeno 80 su 100.

Esonerato dal test chi ha una certificazione sulla conoscenza dell'italiano, chi ha conseguito un diploma in Italia; i dirigenti e i lavoratori altamente specializzati di società con sede o filiali in Italia, i professori universitari, traduttori, interpreti e giornalisti corrispondenti dovranno solo presentare il diploma o autocertificare il loro status.

I cittadini stranieri devono fare domanda, anche attraverso i patronati, collegandosi al sito internet www.testitaliano.interno.it. Le prefetture ricevono le richieste, controllano i documenti e convocano, entro 60 giorni, gli interessati per svolgere la prova. Gli enti certificatori (università degli Studi Roma Tre, l'università per stranieri di Perugia e quella di Siena, e la società Dante Alighieri) costruiscono le linee guida per il test, i relativi punteggi e la durata della prova.

I centri provinciali per l'istruzione degli adulti hanno anche il compito (sulla carta) di istituire apposite commissioni che definiscono il contenuto della prova sulle linee guida degli enti certificatori, li correggono e comunicano i risultati alla prefettura. Così il cerchio si chiude, con la questura che, verificato l'esito, accende il semaforo verde (o ferma la procedura con quello rosso) per il rilascio del permesso. Il tutto, si legge nella circolare, «senza che derivino nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica». E senza che l'immigrato abbia costi superiori a quelli di una normale richiesta per il permesso di soggiorno (poco più di 70 euro). Sarà la direzione centrale per le politiche dell'immigrazione del ministero dell'Interno ad assegnare, sulla base delle indicazioni delle prefetture, i finanziamenti per ciascuna sessione di svolgimento del test alle istituzioni scolastiche.

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