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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2010 alle ore 17:46.

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Cernobyl, la centrale del più grande disastro della storia del nucleare civile nel mondo, strizza l'occhio ai turisti. Da gennaio saranno infatti organizzati tour nell'impianto, aprendo le porte della centrale a tutti coloro che la vorranno visitare. Lo ha annunciato, secondo quanto riferiscono le agenzie russe, il ministro delle Emergenze ucraino, Viktor Baloga. Il ministero sta completando i lavori, ha spiegato Baloga, e prevede di aprire all'inizio del nuovo anno il sito nucleare di Cernobyl, finora riservato solo al "turismo estremo", ossia gruppi particolari che avevano bisogno autorizzazioni governative e dovevano pagare dai 200 ai 400 dollari.


Mercoledì prossimo ricorerrà intanto il decimo anniversario dalla chisura definitiva dell'impianto: il 15 dicembre del 2000 fu infatti spento il terzo reattore, l'unico che era rimasto attivo dal 26 aprile 1986, quando esplose il reattore n.4 provocando il disastro nucleare più grande della storia. Il bilancio dei morti - oltre alle 65 persone che morirono dell'incidente - parla infatti di almeno 4mila morti per patologie e conseguenze della fuoriuscita dei materiali radioattivi, secondo i dati ufficiali dell'Oms e dell'Agenzia Internazionale per l'energia nucleare. Ma secondo studi e stime di esperti il numero delle vittime, ricollegabili all'incidente, potrebbe negli anni raggiungere il terrificante bilancio di mezzo milione. Secondo alcuni esperti ci vorrà almeno un altro mezzo secolo - si parla del 2065 - per cancellare le conseguenze causate da Cernobyl.
Il ministro ucraino ha inoltre confermato che il nuovo "sarcofago" - la struttura per incapsulare il reattore esploso che dovrà sostituire quello già esistente - sarà pronto entro
il 2015.

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