Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2010 alle ore 14:43.
Elezioni legislative in Kosovo. Alle 15 e trenta aveva votato il 34,10% degli aventi diritto. Secondo i primi exit poll, risulta in testa, con il 31% dei consensi, il Partito democratico del Kosovo (PdK) del premier uscente Hashim Thaci. Gli ex alleati dell'Ldk avrebbero ottenuto il 25 per cento. Se i risultati fossero confermati, Thaci avrebbe bisogno di allearsi con altri partiti per governare. Il Pdk e l'Ldk sostengono l'ingresso del Kosovo nella Nato e nella Ue. Le urne si sono aperte stamane alle 7 e si sono chiuse alle 19. Si è votato per le elezioni legislative anticipate, le prime dopo la proclamazione di indipendenza del 17 febbraio 2008.
Incoraggiante la partecipazione al voto nelle enclavi serbe del paese: il 26% a Gracanica, oltre il 27% a Strpce, più del 30% a Partesh, il 26% a Klokhot. Molto bassa invece l'affluenza nel Nord, dove la popolazione è a maggioranza serba. In quest'area le persone sono ferocemente contrarie all'indipendenza del Paese. Qui i seggi sono stati chiusi con tre ore di anticipo. Alcune postazioni mobili sono state attaccate. Alle 15:30 aveva votato il 2,27% a Zubin Potok, il 4,65% a Leposavic, l'1,27% a Zvecan. Molto bassa anche la partecipazione nella parte nord di Kosovska Mitrovica, abitata dalla popolazione serba. Alle 11,30 nella parte nord di questa città nessuno si era recato ai seggi. Alla vigilia delle elezioni, l'Unione Europea aveva lanciato un appello a tutti i partiti affinché siano «garantite operazioni libere e regolari».
Gli elettori sono 1.630.636, dei quali oltre 73 mila votano per la prima volta. Per i 120 seggi del parlamento di Pristina sono in lizza oltre 1.260 candidati in rappresentanza di 29 partiti e movimenti. A monitorare gli oltre 2.300 seggi vi sono – oltre a 6mila poliziotti - migliaia di osservatori locali e internazionali. I partiti che i sondaggi hanno dato in netto vantaggio sono il Partito democratico del Kosovo (Pdk) del premier Hashim Thaci, la Lega democratica del Kosovo (Ldk) del sindaco di Pristina Isa Mustafa,il movimento nazionalista Vetevendosjei (Autodeterminazione) del giovane Albin Kurti.
Sul voto, che costituisce un test di maturità politica per un paese caratterizzato da una diffusa povertà e da corruzione e criminalità dilaganti, pesa dunque il boicottaggio annunciato dalla popolazione serba del nord, che non riconosce in nessun modo l'autorità di Pristina e che per questo considera tali elezioni illegali. Più disponibili i serbi delle enclavi a sud del fiume Ibar, convinti che una partecipazione al voto sia importante per far sentire la propria voce e partecipare ai processi decisionali e di governo. Contrari al voto, seppur indirettamente, si sono detti il governo di Belgrado e la Chiesa ortodossa serba, per i quali «non vi sono le condizioni» per andare alle urne.