Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2010 alle ore 08:12.
«Sia chiaro che io non avrò alcun ruolo nella scelta che martedì faranno i deputati radicali, ma un'idea me la sono fatta». Massimo Bordin ha lasciato già da tempo gli organi direttivi del partito e, dopo quasi un ventennio, non è più neppure direttore di Radio radicale. La sua disincantata conduzione di «Stampa e regime» è però un riferimento obbligato della vita politica italiana e lui è forse tra le persone che meglio conoscono psicologia e idee di Marco Pannella.
I tuoi animati "colloqui" con Pannella sono diventati una sorta di genere letterario caro agli ascoltatori radiofonici. Alla fine che indicazioni darà ai suoi deputati per il voto di martedì sulla fiducia al governo?
Forse mi sbaglio perché non ho partecipato alle riunioni del partito dove si valuta la questione, ma mi pare di capire che Pannella non abbia intenzione di votare contro la mozione di sfiducia o comunque a favore del governo. Lui sta cercando, piuttosto, di capire cosa succede dopo.
Ha parlato con Berlusconi.
Ha parlato anche con Bersani. Sta facendo un giro di orizzonte per capire i possibili sviluppi successivi.
Senza prendere impegni.
Con nessuno. I radicali del resto lo hanno sempre detto: non ci sono differenze di fondo tra i due schieramenti. Si può fare un cammino comune con gli uni o con gli altri – e io oggi vedo certamente maggiori motivi per privilegiare il centro-sinistra – ma c'è un ceppo comune che li accomuna al quale ci sentiamo estranei.
Ti sei fatto un'idea di quale potrà essere l'esito del voto di martedì?
Può succedere di tutto. Vedo che ormai si va dietro anche alle deputate in stato, come si dice, interessante. In queste condizioni i pronostici sono evidentemente azzardati.
E se Berlusconi ottiene la maggioranza?
Dico una cosa che può apparire paradossale: chi vince è abbastanza irrilevante.
Perché?
Perché siamo davvero davanti a una situazione bloccata. Anche se Berlusconi dovesse prevalere per una manciata di voti rischia una vittoria di Pirro, perché non vedo che prospettive possa avere il suo governo.
Se invece il governo dovesse cadere, credi possibile la strada dell'esecutivo di responsabilità nazionale?
Direi di no. Non credo che ci siano le condizioni. Le dichiarazioni di Berlusconi di oggi (ieri per chi legge, ndr) sono nette e dure contro chi voterà la sfiducia, non credo che poi si possa avviare un dialogo.