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Questo articolo è stato pubblicato il 13 dicembre 2010 alle ore 19:45.
Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, come diceva l'onorevole Veltroni, questo Paese ha bisogno di un Governo, ma questo Paese un Governo ce l'ha e ce l'avrà, ed è quello del Presidente Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Pochi mesi fa, anche se sembrano tanti, in marzo 2010, che sembrava il D-day di questa legislatura, si sono svolte le elezioni regionali, che dovevano segnare la svolta di questa legislatura e dire se essa era la legislatura delle riforme, se Berlusconi avesse vinto, o la legislatura del cambiamento politico, se Berlusconi avesse perso.
Forse qualcuno, signor Presidente del Consiglio, anche nella sua maggioranza, a quella vittoria non ci credeva, ma c'è stata. Con quella vittoria si poteva dare il via al percorso di riforme che, forse, in questo Paese era finalmente auspicato, che si dovevano fare e che si dovevano al Paese: riforme istituzionali e tante di quelle riforme di modernizzazione di cui il Paese aveva bisogno.
Cosa è capitato da allora? È capitata una crisi che è soprattutto artificiale: è artificiale una crisi di una maggioranza che comincia proprio dopo una vittoria elettorale e con una guerriglia politica finalizzata a mettere in crisi un percorso riformatore e la stabilità stessa del Governo. Strano, soprattutto per un Governo che vince per tre volte di seguito le elezioni e le vince in un momento di crisi economica, quando tutti gli altri Governi europei venivano puniti nelle urne dal proprio elettorato (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Ecco perché questa crisi politica è un artificio; ecco perché, nonostante che il Governo abbia proseguito la sua azione, purtroppo, questa opera e i successi di questo Governo sono stati in parte oscurati dal tentativo di una discussione politica che, troppo spesso, è parsa poco comprensibile dall'elettorato e dai cittadini (devo dire che spesso è stata poco comprensibile per noi che siamo in Parlamento, figuriamoci per gli altri).
Ma soprattutto - questo credo sia fonte di grande responsabilità - si è bloccato quel percorso riformatore di cui, come dicevo, avevamo necessità. Troppe volte, signor Presidente, si è avuta l'impressione che fosse forte in questo Parlamento, per tante forze politiche, la tentazione di un ritorno al passato, di cancellare 16 anni di questo berlusconismo.