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Questo articolo è stato pubblicato il 13 dicembre 2010 alle ore 18:34.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, Presidente Berlusconi, abbiamo seguito questa mattina il suo intervento. Le debbo una risposta. Perché un appello ai moderati sia credibile deve essere costruito sui fatti e non sulle chiacchiere. Lei ha un solo modo per dimostrare che fa sul serio: evitare una ridicola conta parlamentare che, nella migliore delle ipotesi, le consentirà di vivacchiare. Le sue dimissioni, prima del voto alla Camera, sono il test di onestà della sua proposta. Tutto il resto non ci interessa (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
Il suo discorso al Senato è stato condivisibile, quanto meno nei toni. È stato senza polemiche e per questo è apprezzabile ma non tanto da risultare credibile, perché contiene al suo interno tutte le contraddizioni di questi due anni e mezzo. Vi è il solito elenco dei presunti successi del Governo senza un briciolo di autocritica e, soprattutto, senza tenere conto di una maggioranza divenuta esigua - per non dire inesistente - e, quindi, virtualmente non in grado di mantenere vecchie e nuove promesse. È il solito film in onda da 16 anni e che da tempo non ci appassiona più.
FLI e MpA sono uscite dell'Esecutivo ma, come al solito, lei attribuisce le responsabilità agli altri e non accenna ad un minimo di autocritica. Vorrei ricordarle che l'espulsione di Fini dal Popolo della Libertà non l'abbiamo certo decretata noi. Come tutti, penso di non avere la sfera di cristallo, né di prevedere come si concluderà questo passaggio parlamentare sulla sfiducia. Al netto dello spettacolo indegno che ancora una volta si è voluto dare in questi giorni, al netto delle scandalose compravendite di queste ore, che offendono e mortificano le nostre istituzioni, al netto degli insulti e dei tradimenti quello che so è che domani il Governo Berlusconi uscirà da quest'Aula duramente sconfitto, anche se dovesse ottenere la fiducia.
Signor Presidente del Consiglio, lei è entrato qui alla Camera due anni fa e il primo giorno della legislatura aveva una maggioranza che nemmeno De Gasperi aveva mai avuto. Era una maggioranza di 65 deputati. Se domani è fortunato, prevarrà per uno o due voti. Ma questo ormai era chiaro da mesi, almeno per noi dell'Unione di Centro. Infatti, eravamo stati i primi ad indicarle l'unica via di uscita possibile Pag. 13nell'interesse del Paese, la via dell'ammissione delle difficoltà in cui si trova l'Italia per ragioni interne ed internazionali e un appello al senso di responsabilità di tutte le forze politiche presenti in quest'Aula.