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Documento / 12 - L'intervento del senatore Gaetano Quagliariello (Popolo della Libertà)

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Questo articolo è stato pubblicato il 13 dicembre 2010 alle ore 15:11.

Signor Presidente del Senato, colleghi senatori, signori del Governo, signor Presidente del Consiglio, 74 giorni dopo l'ultima fiducia al Governo dobbiamo chiederci cosa sia accaduto perché lei sia dovuto tornare in questa Aula.
Si sono succeduti tentativi continui di delegittimazione nei confronti dell'Esecutivo e del suo premier. Non mi dilungo in questa sede sull'infimo livello di bassezze fino al quale si è spinta questa aggressione. Mi limito a evidenziare che, ancora una volta con il gossip...

FRANCO Vittoria (PD). Ma di quali gossip parli?

QUAGLIARIELLO (PdL). ... con la strumentalizzazione di pettegolezzi e sussurri, si è tentato di offuscare il ruolo internazionale del nostro Paese.
Se si vuole fare propaganda andate pure avanti così. Continuate ad estrapolare da WikiLeaks le opinioni accuratamente selezionate di qualche funzionario di ambasciata particolarmente sensibile alla rassegna stampa tacendo, magari, di altri report come quello in cui l'ambasciatore Thorne racconta in prima persona i giudizi lusinghieri espressi dal presidente Berlusconi e dal sottosegretario Letta nei confronti dei leader dell'opposizione, a dimostrazione che per il centro‑destra l'avversario non è mai nemico e che quando c'è di mezzo l'immagine dell'Italia nel mondo per noi le beghe di casa nostra passano in secondo piano. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP e dai banchi del Governo).

Se invece, senatore Zanda, vogliamo discutere seriamente, si deve prendere atto che in questi anni l'Italia ha rafforzato la sua posizione nel mondo e lo ha fatto nel solco della migliore tradizione atlantica che per il nostro Paese non ha mai significato mettere da parte l'interesse nazionale, a cominciare da quell'Alcide De Gasperi che a lungo, amici della sinistra, avete dipinto come un servo degli americani. (Applausi dal Gruppo PdL e dai banchi del Governo).

E se nel secolo scorso ci si è chiesti se fosse preferibile un'interpretazione filologica dell'atlantismo o piuttosto la sua coniugazione con la vocazione mediterranea del nostro Paese, con una ricerca di un rapporto con l'allora Unione Sovietica realizzata da uomini come Fanfani che per primo andò da Nasser, da Gronchi che per primo si recò in Unione Sovietica, da Andreotti e Craxi, nel 2010 bisogna prendere atto che la Guerra fredda è finita da un pezzo e, con essa, l'assetto bipolare.

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Tags Correlati: Alcide De Gasperi | Amici di Maria De Filippi | Amministrazione Bush | Comitato Esecutivo | Gaetano Quagliariello | Gianfranco Fini | Governo | Italia | LNP | Pd | PDL | Presidente del Consiglio | Presidente del Senato | Silvio Berlusconi | Unione Sovietica | Zanda

 

Bisogna prendere atto, dunque, che per l'Italia segnare una propria specificità in politica estera è divenuto un obbligo, come è un obbligo perseguire una politica energetica che garantisca al nostro Paese rifornimenti sicuri di gas, acquistando magari dove ce n'è di più e costa di meno. (Applausi dal Gruppo PdL).

La verità è che mentre la crisi si rafforzava in Europa, e con essa le tentazioni di far saltare gli equilibri tradizionali per costruire egemonie e zone d'influenza, l'Italia ha giocato un ruolo da protagonista nella stabilizzazione dell'Europa, nel vantaggio di Stati a rischi di fallimento, nella declinazione di un nuovo atlantismo che ha resistito all'avvicendarsi di presidenti americani, repubblicani e democratici, e, al tempo stesso, nel solco di De Gasperi ha saputo coniugare l'interesse nazionale con le sfide del nuovo secolo: energia, immigrazione, mercati emergenti.

Consentitemi una battuta, colleghi della sinistra. Avete detto che Berlusconi non è in grado di fare miracoli. Ascoltando l'intervento del senatore Zanda credo che anche su questo dobbiate ricredervi, perché voi che sfilavate con i vessilli arcobaleno accanto a coloro che bruciavano le bandiere americane oggi elevate a vostro paladino un ambasciatore dell'Amministrazione Bush... (Applausi dal Gruppo PdL e dai banchi del Governo) ...in nome di qualche pettegolezzo contro Berlusconi! (Vivaci commenti dal Gruppo PD).
Ebbene, signor Presidente, che le opposizioni candidate nel 2008 contro questo Governo giungano a tale livello di strumentalità non è giusto, ma può anche starci. Ma che lo stesso accada a colleghi eletti sotto il simbolo del PdL e a lungo parte di questo Governo è francamente incomprensibile.

Ciò che è cambiato davvero in questi 74 giorni è che la crisi europea si fa sentire più forte e dunque ad essa dovrebbe corrispondere un Governo ancora più forte per fondare una nuova stagione di crescita del Paese, sulla stabilità politica, economica e finanziaria. Ce lo chiedono l'Europa e le agenzie internazionali. E la classe politica dovrebbe preoccuparsi innanzitutto di lasciare alle future generazioni una situazione diversa da quella che noi ci siamo trovati a dover gestire, cercando soluzioni per non crollare sotto il peso di eredità del passato.

L'Italia - lo ha ricordato lei, signor Presidente - ha il terzo debito pubblico senza essere la terza economia del mondo e la voragine, mi dispiace, è stata scavata negli anni dei Governi di unità nazionale... (Vivaci proteste dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. Colleghi, basta.
QUAGLIARIELLO (PdL). ...parenti stretti di quei Governi di solidarietà che oggi si invocano.
L'Italia, grazie a politiche suicide, paga un costo per l'energia incomparabile rispetto ai suoi concorrenti europei e ha una macchina statale costosa ed inefficiente, perché a lungo il welfare è stato confuso con l'assistenzialismo. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP).
Se davvero si vuole misurare la forza del Governo e si considera il peso di questa eredità, non si può affermare, come ha fatto il presidente Fini a Bastia Umbra, che Tremonti ha preservato l'Italia dal baratro - cito - ma contestare i tagli lineari, perché senza quei tagli il baratro non l'avremmo evitato. Non si può dire che la riforma dell'università del ministro Gelmini va nella giusta direzione ma che senza denaro - cito - è poca cosa, perché senza tagliare gli sprechi, i privilegi, le baronie, per i nostri giovani non ci sarà futuro. (Applausi dal Gruppo PdL).

Non si può, insomma, applaudire l'operato del Governo sul fronte della sicurezza, e accusarlo di aver ignorato le esigenze delle forze dell'ordine, senza considerare lo sforzo continuativo di questa maggioranza per dar loro il possibile, e per questo abbiamo raschiato anche il fondo del barile.

Vorrei dire, senza polemica, agli amici di Futuro e Libertà, che un Governo che per stessa ammissione del vostro leader salva l'Italia dal baratro, raggiunge risultati storici per la sicurezza, vara una riforma epocale dell'università, di certo non è un Governo che merita una mozione di sfiducia. (Applausi dal Gruppo PdL). Se si imbocca questa deriva, da utile stimolo rischia di trasformarsi in partito della crisi, che determina instabilità politica e persegue la crescita sulle spalle del debito pubblico; esattamente quello di cui l'Italia non ha bisogno, esattamente ciò che l'Europa ci chiede di non fare, esattamente quello che le future generazioni non meritano, perché oggi per il bene dei giovani non c'è bisogno di andare per tetti, c'è bisogno di rimanere saldamente con i piedi per terra. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP).

Amici di Futuro e Libertà, dimostratevi all'altezza delle responsabilità che abbiamo condiviso per due anni e mezzo. Chi presenta una mozione di sfiducia provenendo dalla maggioranza deve sapere dove va a parare; non può a metà del guado chiedere aiuto a colui che ingiustamente si vorrebbe far fuori dicendo «mettiti da parte»; né è serio, di fronte alla prospettiva della sconfitta, accodarsi a chi copre il proprio vuoto politico bussando a qualche procura.


Signor Presidente del Senato, è il momento di mettere fine all'ipocrisia. Quando si innescano processi come quello scatenato dalla mozione di sfiducia è normale che il mandato politico entri in conflitto con le scelte di coscienza. Noi abbiamo rispettato la scelta sofferta di quanti, anche in quest'Aula, hanno lasciato il Popolo della Libertà. Pretendiamo però lo stesso rispetto per quanti, se ve ne saranno, oggi o domani decideranno di votare per questo Governo partendo da posizioni differenti. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP e dai banchi del Governo).

Senatore Zanda, se il rispetto reciproco non fosse scontato, se passassero come normali taluni incontri in sedi istituzionali che dovrebbero restare sopra le parti (ne trova traccia anche oggi in agenzie) e si condannassero invece i fisiologici contatti che la vita politica propone ogni giorno, introdurremmo nel nostro codice un nuovo reato: il reato di votare a favore della fiducia a un Governo presieduto da Silvio Berlusconi. (Applausi dal Gruppo PdL).

Colleghi senatori, se l'intento è rafforzare l'Esecutivo, noi non chiuderemo la porta a nessuno, così come da domani in quest'Aula siamo disponibili a parlare di riforme istituzionali e anche a considerare l'attuale legge elettorale non un tabù ma, come tutti i sistemi di voto, un prodotto empirico ed approssimativo e per ciò imperfetto. L'empiria e l'approssimazione, però, non possono spingersi fino a considerare quella vigente una buona legge se si sta sul carro dei vincitori e additarla come una vergogna o addirittura una legge truffa quando si è diventati terzopolisti e si teme perciò, nel migliore dei casi, di arrivare terzi.

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