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Documento / 8 - L'intervento del senatore Marcello Pera (Popolo della libertà)

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Questo articolo è stato pubblicato il 13 dicembre 2010 alle ore 14:32.

PERA(PdL). Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, se uno per sua scelta si fosse allontanato da questo Paese per un po' e fosse sbarcato questa mattina e avesse ascoltato con attenzione la sua relazione, avrebbe capito che il Governo è in crisi (se formale oppure non formale è questione che sarà chiara domani), ma onestamente non avrebbe capito dalla sua relazione le ragioni di questa crisi. Il suo discorso questa mattina è stato infatti di apertura suadente, di promesse, ma non è stata fatta alcuna menzione di cause, di circostanze, di luoghi, di nomi propri (capisco).
Né c'è stato nelle sue parole, né nel seguito del successivo dibattito alcun pathos, come se quella di oggi fosse una delle tante pratiche che il Senato evade ogni giorno.
Se mi permette, signor Presidente del Consiglio, vorrei allora non dico integrare, ma commentare la sua relazione introducendo alcuni miei concetti.
Il primo è il concetto di anomalia. Mi riferisco in questo caso ai colleghi della sinistra.
Il suo Governo è in crisi, ma la crisi del suo Governo non dipende dagli sforzi della sinistra e se il suo Governo entrasse anche formalmente in crisi la sinistra non ne sarebbe beneficiaria. Questa è un'anomalia, colleghi.

SBARBATI (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-Io Sud-MRE). Esatto!

PERA (PdL). Ed è un'anomalia che si ripete dal 1989. Qui c'è il dramma storico di una classe dirigente. La classe dirigente del Partito Comunista Italiano nel 1989 era composto da giovani quarantenni. Oggi quei giovani hanno 50 anni (Commenti della senatrice Bonfrisco), ma sono ancora i vostri dirigenti. (Commenti del Gruppo PD). Non si dice l'età delle signore!
In questo frattempo non avete elaborato un'idea d'Italia, un'agenda politica, non avete neanche preparato o potuto prerarare una nuova classe dirigente. Ciò vi ha costretto a nascondervi, a camuffarvi, a chiedere aiuto come in questa circostanza. Chiedete aiuto all'onorevole Casini, all'onorevole Fino a chiunque purché essi facciano quello che voi non siete in grado di fare, cioè facciano cadere un Governo.
Credo che questo sia un fatto grave per la democrazia perché, quando anche il popolo italiano lo volesse... (Commenti dei senatori del Gruppo PD).

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Tags Correlati: Casini | Gianfranco Fini | Governo Berlusconi-bis | Italia | LNP | Marcello Pera | Oggi | PCI | Pd | PDL | Politica | Presidente del Consiglio | Presidente della Camera dei deputati | Senato

 

GARRAFFA (PD). Siete voi che vi siete divisi.

PRESIDENTE. Senatore Garraffa, lasci parlare il senatore Pera.

PERA (PdL). Io penso che non lo voglia, ma quando anche il popolo italiano lo volesse non troverebbero in voi quell'alternativa che dovrebbe essere invece normale. (Commenti dei senatori del Gruppo PD).
Il secondo concetto che vorrei introdurre è il concetto di irresponsabilità cu lei ha fatto riferimento nella sua relazione questa mattina, onorevole Presidente del Consiglio.
Signor Presidente del Senato, fino a qualche tempo fa in quest'Aula era perfino proibito (si veniva richiamati all'ordine) menzionare il Presidente della Camera dei deputati. Di solito non veniva fatto, ma i tempi sono cambiati ed evidentemente lo sono perché il Presidente della Camera è il segretario di un partito che usa la Presidenza della Camera a scopo del suo partito. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP).
È una deformazione, una violazione gravissima della Costituzione italiana ed è un punto su cui anche la sinistra - ecco che si nasconde ancora - avrebbe dovuto intervenire perché questa violazione sistematica, anche arrogante e supponente, del Presidente della Camera costituisce precedente. D'ora in poi chi andrà a presiedere la Camera si sentirà autorizzato a fare e disfare i partiti, a criticare il Governo, ad intervenire sulle decisioni della maggioranza, a modificare il Calendario. È un fatto istituzionale gravissimo, di grave irresponsabilità. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP, del Presidente del Consiglio e dai banchi del Governo).

A questa irresponsabilità ne aggiungo un'altra che non è istituzionale, ma politica. L'onorevole Fini, qualunque cosa succeda tra oggi e domani, a me sembra che abbia già perduto una sua partita politica perché se non riuscirà formalmente a far cadere questo Governo avrà perduto autorità politica; se riuscirà a far cadere questo Governo passerà alla storia come uno dei tanti trasformisti che la storia unitaria italiana ha prodotto da oltre un secolo a questa parte. Il trasformismo di chi si presenta alle elezioni da una parte e durante l'esercizio del mandato, nel suo caso addirittura della sua funzione, si sposta da un'altra.
Che cosa dirà l'onorevole Fini quel giorno in cui finalmente si dovrà presentare davanti agli elettori? Dirà che aveva già sciolto due partiti e che ne vuole fondare un altro, un terzo, dopo averne appena ieri cofondato uno? Dirà l'onorevole Fini che si può diventare presidenti del Consiglio per una manovra di carattere parlamentare, ancora oggi, in Italia, nel 2010, senza passare all'esame degli elettori? Oppure l'onorevole Fini si appellerà alla sua agenda politica. Qual è?
Chiedo scusa, ma l'onorevole Fini mi sembra veramente un dirigente della sinistra, perché io non ho sentito idee strategiche particolari da parte sua che non siano la esatta sistematica negazione delle idee che aveva il giorno prima. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP).

Si comincia con la Bossi-Fini? Oggi il voto agli immigrati. (Commenti del senatore Perduca). La famiglia? Oggi le coppie omossessuali. L'Europa cristiana? Noi ci siamo trovati di fronte ad un manifesto firmato Fini e Granata sull'Europa pagana. C'è scritto proprio così. Si comincia prima con il presidenzialismo? L'onorevole Fini ha messo in discussione anche questo. Il bipolarismo? L'onorevole Fini ha rimesso in discussione anche questo. Quali sono le idee strategiche per l'Italia dell'onorevole Fini? (Applausi dai Gruppi PdL e LNP). Questo a me sembra irresponsabile. Si possono fare tutte le battaglie politiche all'interno di un partito, si può essere insoddisfatti, si può fare lotta politica per sostituire un leader con un altro, ma bisogna avere un minimo di coerenza sui principi. Qual è la coerenza sui princìpi dell'onorevole Fini? (Applausi dai Gruppi PdL e LNP).
Terzo concetto. Il paradosso. Qui veramente dovrei fare un altro nome proprio, signor Presidente del Consiglio. A quello dell'onorevole Fini dovrei aggiungere quello dell'onorevole Casini, ma, come lei forse sa, e penso che lo sappia meglio di me, l'ermeneutica del pensiero politico dell'onorevole Casini è molto più difficile dell'ermeneutica biblica. Qui, infatti, c'è il paradosso. Coloro che tra oggi e domani vogliono far cadere il suo Governo hanno così tanta forza delle proprie opinioni che stanno già negoziando per un Governo Berlusconi-bis che sarebbe come dire: «Un Berlusconi non ci va bene, piuttosto due mezzi». Questo è. È una situazione paradossale. Si vuole una crisi di un Presidente del Consiglio per sostituirlo con se stesso.

Ma qui mi fermo, signor Presidente, perché vorrei introdurre un altro concetto a cui non do un nome. Provi lei. C'è un'altra cosa che a me preme molto di più. Le crisi di Governo, come lei sa, precipitano per cause prossime ma maturano per cause remote e io penso che la causa remota dell'attuale crisi di Governo, o di questa situazione di crisi dell'attuale Governo, risalga al 1993-1994, quando lei creò grandi aspettative in questo Paese e fece grandi promesse.
Io non credo, signor Presidente (glielo dico con molto rammarico) che queste aspettative siano state soddisfatte, queste grandi promesse siano state mantenute. È a causa delle mancate riforme se lei oggi si trova a fare questa discussione surreale. Lei è un Presidente del Consiglio che non può cambiare un Ministro; lei è un Presidente del Consiglio che non può chiedere le elezioni; lei è un Presidente del Consiglio che deve addirittura, per prassi instaurata dagli ultimi Capi dello Stato, negoziare con il Presidente della Repubblica i disegni di legge. Queste riforme erano riforme della Costituzione. Non sono state mai fatte. Non sto a parlare della riforma del sistema giudiziario, perché già altri sono intervenuti in merito.

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