Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 13 dicembre 2010 alle ore 14:40.
Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, membri del Governo, onorevoli colleghi, come lei ben sa, presidente Schifani, sono rientrato ieri da un viaggio negli Stati Uniti su sua precisa delega a rappresentarla ad un importante incontro a Houston di oltre 200 ricercatori italiani che lavorano all'estero. Francamente, durante questo viaggio formale e ufficiale da parte del Senato, contrariamente a qualche nota di agenzia, ho avuto la percezione che la situazione economico-finanziaria in giro per il mondo e sui cieli d'Europa sia talmente seria, talmente fragile, talmente a rischio che sarebbe da irresponsabili immaginare che da questo confronto politico si vada allo scioglimento delle Camere e a nuove elezioni a breve termine. Metteremmo a rischio l'intera nuova generazione. Nei prossimi mesi l'Italia ha bisogno di un Governo forte, autorevole, che mantenga le promesse con gli elettori.
Signor Presidente del Consiglio, con la solita franchezza, trasparenza e lealtà le dico subito i punti sui quali concordo con il suo intervento di questa mattina e - se mi permette - anche i punti sui quali non è che non concordo, ma sui quali vorrei maggiore chiarezza e precisione di contenuti. I punti sui quali concordo, signor Presidente del Consiglio, sono i seguenti: la sovranità dei cittadini che hanno eletto una maggioranza, il rispetto del mandato degli elettori. Però il rispetto del mandato degli elettori è a governare e a mantenere le promesse fatte agli elettori. Pertanto, non tradisce chi insiste da tempo per cercare di far mantenere quelle promesse, semmai tradisce chi quelle promesse non le mantiene.
Mi consenta l'amico senatore Pera, che ha dimenticato un peccato originale nelle sue tante critiche al presidente Fini, di dire che il peccato originale, a mio parere, è quando il cofondatore del PdL viene dichiarato non compatibile con il PdL.
Da lì - a mio parere - nasce tutta la diatriba di questi mesi, che è un confronto politico e non semplicemente personalistico.
Abbiamo tutti sognato - collega Pera - un grande centrodestra, aderente al Partito popolare italiano. Ma lo abbiamo sognato perché facesse quelle riforme liberali e democratiche che l'Italia attende da troppo tempo. Sono più di 15 anni che lavoriamo su questo. Purtroppo, ad oggi, quelle riforme strutturali che avrebbero dovuto rivoluzionare la politica, l'economia e la società italiana sono ancora ferme.