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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2010 alle ore 15:57.
Sei condanne per quasi 80 anni di carcere complessivi. Sono le richieste finali del pm Raffaele Guariniello pronunciate questa mattina, alle 12.30, al termine di una maxi-requisitoria durata una decina di udienze al processo per i sette operai morti nel rogo della Thyssenkrupp di Torino, divampato il 6 dicembre del 2007. Per l'amministratore delegato del gruppo Harald Espenhahn, accusato di omicidio volontario con dolo eventuale, Guariniello, che ha condotto l'accusa assieme ai sostituti Francesca Traverso e Laura Longo, ha chiesto 16 anni e 6 mesi anni di reclusione.
Per gli altri cinque dirigenti, imputati di omicidio colposo e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche, sono state chieste alla Corte d'Assise presieduta da Anna Maria Iannibelli pene di 13 anni e mezzo, per quattro di loro e 9 anni per uno solo dei dirigenti.
In particolare, 13 anni e 6 mesi sono stati chiesti per i consiglieri delegati Gerard Priegnitz e Marco Pucci, per il direttore dello stabilimento Raffaele Salerno, e per Cosimo Cafueri, responsabile sicurezza dello stabilimento. Nove anni, invece, per il responsabile dell'area tecnica e servizi Daniele Moroni.
Chiesta anche la condanna della Thyssenkrupp a una sanzione pecuniaria di 1,5 milioni di euro, come persona giuridica per illeciti amministrativi connessi alla mancata adozione di norme antinfortunistiche, con l'aggravante che i comportamenti dei manager coinvolti sono stati nell''interesse e a vantaggio della società.
Chiesta anche la esclusione dalle agevolazioni e da contributi e sussidi per un anno e la revoca di quelli esistenti, il divieto di pubblicizzare i propri prodotti per un anno, e la pubblicazione della sentenza a spese dell'azienda sui maggiori quotidiani anche internazionali. L'incidente causò la morte di Antonio Schiavone, 36 anni, Rosario Rodinò di 26 anni, Rocco Marzo di 54 anni, Roberto Scola di 32 anni, Angelo Laurino di 43 anni, Bruno Santino di 26 anni, Giuseppe De Masi di 26 anni e poteva essere evitato secondo l'accusa se i vertici dell'azienda avessero fatto il proprio dovere.
«La pena chiesta è troppo bassa. Spero che i giudici l'aumentino. Gli imputati devono pagare per sette vite». Lo ha detto Grazia Rodinò, la mamma di Rosario, uno dei sette operai uccisi nell'incendio alla Thyssenkrupp. In aula, dopo la richiesta del pm, la signora ha urlato «ergastolo, ci vuole l'ergastolo».