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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2010 alle ore 13:36.
Lo specchio del bagno delle donne di Montecitorio, che nella scorsa legislatura già riflesse lo sgomento di Elisabetta Gardini all'ingresso di Vladimir Luxuria, ha detto no: no alla sfiducia al governo Berlusconi. Infatti l'onorevole di Futuro e Libertà Maria Grazia Siliquini aveva confidato in un'intervista a Repubblica: «Andrò in bagno dieci minuti prima della chiamata in Aula, mi guarderò allo specchio e deciderò... Con la mia coscienza».
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In extremis, pochi minuti prima che iniziassero le operazioni di voto, Siliquini, colomba futurista considerata da alcuni giorni ad alto rischio di sfilamento dalla decisione del gruppo parlamentare finiano, è intervenuta alla Camera, in cui in questa legislatura non si è distinta per presenzialismo, e ha annunciato il suo appoggio al premier: «Il 29 settembre 2010, assieme al gruppo di Fli, ho votato la fiducia al Governo sui cinque punti di programma e mi chiedo, vi chiedo cosa sia cambiato, in sostanza, da quel giorno di così grave e così irreversibile da convincermi a votare la sfiducia dopo neanche due mesi». Siliquini è (o ormai era?) responsabile di Fli a Torino, ma in concomitanza con la comparsa, a votazioni ancora in corso, del testo del suo intervento in Aula, dal suo sito internet personale è sparito ogni riferimento grafico a Futuro e libertà per l'Italia.
Avvocato piemontese («Ho un cognome a Torino, mi conoscono come l'avvocato Siliquini, sempre stati di centrodestra, noi», ha ricordato nella già citata intervista), la deputata che ha infranto la disciplina di voto dei finiani, pur non notissima se non all'ombra della Mole Antonelliana, è una veterana dei due emicicli: eletta per la prima volta in Senato nel 1994 con il Ccd di Casini e riconfermata a Palazzo Madama nel 1996 nelle liste dello stesso partito, ha poi aderito ad Alleanza nazionale, al Pdl e a Futuro e libertà. Passata nel 2006 dal Senato alla Camera, Siliquini è alla sua quinta legislatura. A chi ha malignato sulle sue speranze di ricevere in cambio della fiducia accordata all'esecutivo una seggiola all'interno del medesimo, Siliquini ricorda che lei sottosegretaria lo è già stata, al ministero morattiano dell'Istruzione, nel secondo e nel terzo governo Berlusconi.