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Ecco la bozza dell'Agcom sulle nuove misure contro la pirateria digitale: colpire i siti, non gli utenti

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Questo articolo è stato pubblicato il 16 dicembre 2010 alle ore 20:34.

Diventerà molto più difficile trovare contenuti illegali online (musica, film), se va in porto quanto voluto dall'Autorità garante delle comunicazioni. Venerdì 17 dicembre discuterà un testo contenente le nuove misure per combattere la pirateria digitale. Il Sole24Ore ha potuto leggerne l'ultima versione redatta dagli uffici dell'Autorità. L'idea al momento è colpire con forza i siti e i servizi che agevolano, a vario titolo, la pirateria. Ma non gli utenti, che quindi non dovrebbero subire sanzioni o disconnessioni da internet per mano dell'Autorità (a differenza di quanto avviene in Francia con le norme Hadopi). Il testo però è oggetto di una feroce battaglia tra i consiglieri dell'Agcom, che si sono divisi in due schieramenti. Da una parte, coloro che vogliono un testo più severo contro i pirati; dall'altra, coloro che invece vogliono garantire di più i gestori dei siti e gli utenti.

Provvedimenti a tutela del diritto d'autore
Il capitolo cruciale del nuovo testo è il 3.5, «Provvedimenti a tutela del diritto d'autore».
Qui si legge che l'oggetto sono: «La ritrasmissione su internet di contenuti audiovisivi premium in tecnologia live streaming senza detenerne i diritti; la messa a disposizione su internet - non autorizzata - di operare cinematografiche in tecnologia streaming; l'indicizzazione di file audiovisivi, sonori e di testo protetti da copyright intesa ad agevolarne la diffusione gratuita tra gli utenti di internet senza il consenso dei titolari di diritti». Riguarda insomma quei siti e servizi che diffondono contenuti pirata (musica, film), ma anche quelli che li organizzano con un motore di ricerca o in altro modo. Ce ne sono tanti che permettono di trovare file pirata, poi in effetti ospitati su altri siti o servizi. Il detentore di diritti - secondo quanto si legge nel testo Agcom - chiederebbe al sito di rimuovere il contenuto in questione o la sua indicizzazione.

Questa è la prima fase del procedimento, che già ora avviene. La novità è in quella successiva: se il sito non rimuove il contenuto contestato, entro 48 ore, il titolare di diritti si rivolge all'Autorità, che apre un contraddittorio con le parti. Eventualmente, adotta un provvedimento con cui chiede al sito o servizio di rimuovere il contenuto (o la sua indicizzazione). Se ciò non avviene entro cinque giorni, l'Autorità applica le sanzioni del comma 31 della legge 249 del 1997. E cioè: «I soggetti che non ottemperano agli ordini e alle diffide dell'Autorità, impartiti ai sensi della presente legge, sono puniti con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire venti milioni a lire cinquecento milioni».

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Tags Correlati: Agcom | Enzo Savarese | Fastweb | Idv | Industria Italiana Petroli | Internet | Pd | Radiocor

 

Altre parti del testo rimandano invece alla promozione del contenuti legali
Agcom vorrebbe incoraggiare accordi tra gli operatori internet e i detentori di copyright. Qualcosa del genere è già avvenuto, per la prima volta, qualche giorno fa, con il lancio di un servizio musicale di Fastweb. L'ultima versione del testo è molto più garantista rispetto alla prima, di cui si è dibattuto nei giorni scorsi sul web e che ha suscitato la protesta di esponenti del mondo politico (PD e Idv). Sono state eliminate le parti- presenti nella prima versione del testo- relative al monitoraggio del traffico dei provider e al blocco delle porte IP usate dagli utenti per il peer to peer.

Il nuovo testo scontenta i consiglieri vicini al centro-destra
Il nuovo testo scontenta però i consiglieri più vicini al centro-destra, come Enzo Savarese, che chiede poteri inibitori (della pirateria) più forti in mano all'Autorità e una procedura più snella per colpire i siti. L'ha dichiarato oggi a Radiocor: chiede «poteri inibitori in capo all'Autorità. Non è in una gestione senza regole che si possono dare garanzie di equilibrio di tutela del diritto d'autore e della liberà in un settore come quello dell'entertainment che occupa oltre duecentomila persone. È invece necessario prevedere poteri inibitori anche per i server che hanno sede all'estero». Per Savarese, «le competenze dell'Agcom stabilite chiaramente dal decreto Romani devono essere esercitate in sintonia con la prevalente legislazione europea senza concessioni a un uso esasperato del web». È infatti il decreto Romani sull'audiovisivo a chiedere ad Agcom nuove norme contro la pirateria. Il testo alla fine approvato domani potrebbe essere insomma più severo di questo descritto. Agcom lo manderà in consultazione pubblica, cioè raccoglierà vari pareri, in base ai quali potrebbe modificare ancora il testo. Si riunirà quindi per approvare il testo, che solo a quel punto diventerà una delibera con le norme definitive.

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