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Questo articolo è stato pubblicato il 16 dicembre 2010 alle ore 06:37.
CITTÀ DEL VATICANO.
L'indicazione a Silvio Berlusconi di muovere verso l'Udc è chiara, nonostante ieri Pier Ferdinando Casini abbia fatto un ulteriore passo verso Gianfranco Fini con la nascita del Polo della nazione. All'indomani del superamento della prova parlamentare, i vescovi invitano il premier a lavorare per includere il partito di Pier Ferdinando Casini nell'area della maggioranza. Il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, ieri a Genova ha detto che il voto ha espresso «un desiderio di governabilità in modo chiaro e democratico. Ripetutamente gli italiani si sono espressi con un desiderio di governabilità e quindi questa volontà, questo desiderio espresso in modo chiaro e democratico, deve essere da tutti rispettato e perseguito con buona volontà e onestà».
Insomma, in casa Cei – ma anche in Vaticano, dove governa il cardinale Tarcisio Bertone – c'è soddisfazione per la tenuta dell'esecutivo, anche se si auspica l'avvio di una nuova fase, che escluda comunque il coinvolgimento del Fli di Gianfranco Fini, inviso alle gerarchie per le posizioni sui temi relativi a vita e famiglia. Su Avvenire, quotidiano della Cei, il direttore Marco Tarquinio nell'editoriale di prima pagina afferma che Berlusconi «ha vinto», Fini «ha perso», ma «la fase critica è tutt'altro che superata e sul piano parlamentare il governo è all'osso». Il giornale dei vescovi chiede un «ritorno alla politica», osservando che, se «fino a ieri il futuro della legislatura e il ripensamento del bipolarismo italiano, dopo l'ingloriosa andata in soffitta della tentazione bipartitica, sembravano in mano agli specialisti di aritmetica», dopo il voto di martedì «è chiaro che molto dipenderà da chi, a Palazzo Chigi e in varie sedi di partito, sa fare progettazione e l'equilibrio non lo cerca solo nei numeri parlamentari». Interviene anche l'Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede diretto da Gian Maria Vian, che in prima pagina parla della necessità di «recuperare, in tutti gli ambiti della vita pubblica, la moderazione e la volontà di collaborare per il bene del Paese». E aggiunge: «Mentre il mondo politico italiano è alle prese con l'esame delle prospettive aperte dalla fiducia confermata dal Parlamento al Governo, continuano a destare preoccupazione i gravi fatti di violenza che si sono verificati ieri nelle strade della capitale», si legge sul giornale vaticano, dove si sottolinea che «allarma in particolare il persistente clima di tensione». Interviene anche Radio Vaticana, che in un'analisi afferma come «Berlusconi è consapevole di dover trasformare questo risultato in una prospettiva politica per portare a termine la legislatura ed evitare il ritorno alle urne. Il premier, con il via libera della Lega, punta a far entrare l'Udc nel governo. Ma per ora l'invito è respinto da Casini, che insiste a chiedere le dimissioni del premier. E allora questa mattina (ieri, ndr) Berlusconi ha ipotizzato un allargamento della maggioranza attraverso singoli deputati che militano nei partiti di cui non condividono più la linea. Riferimento all'Udc ma soprattutto a Fli». Qualche segnale del Vaticano nei confronti dell'Italia potrebbe arrivare domani, quando il nuovo ambasciatore presso la Santa Sede, Francesco Greco, presenterà le credenziali diplomatiche a Benedetto XVI, che pronuncerà un discorso che ora si preannuncia molto atteso.