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Assange esce dal carcere ma teme le accuse Usa

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Questo articolo è stato pubblicato il 17 dicembre 2010 alle ore 06:38.


LONDRA
Julian Assange non passerà il Natale in prigione: il giudice Duncan Ouseley dell'Alta Corte di Londra ieri ha concesso al fondatore di WikiLeaks la libertà provvisoria dietro pagamento di 240mila sterline di cauzione. Assange ha dovuto poi attendere diverse ore di tensione prima di essere rilasciato nel tardo pomeriggio, solo dopo che tutti i soldi raccolti dai suoi sostenitori erano stati contati e tutte le procedure burocratiche erano state completate.
«È bello poter respirare l'aria fresca di Londra» ha dichiarato Assange sui gradini del tribunale prima di ringraziare i suoi avvocati, i suoi sostenitori e finanziatori e quei giornalisti «che non si sono fatti ingannare». Non è un uomo libero, dato che il giudice ha imposto una serie di rigide condizioni: dovrà consegnare il passaporto alle autorità, indossare un bracciale elettronico, presentarsi alla stazione di polizia più vicina tutti i giorni e rispettare gli orari di coprifuoco. Si tratta di fatto di arresti domiciliari, ma nella lussuosa tenuta di campagna circondata da 240 ettari di terra del suo sostenitore inglese Vaughan Smith che si è offerto di ospitarlo e garantire per lui. Ieri sera, appena le autorità hanno dato il via libera definitivo, Assange è partito per raggiungere la contea del Norfolk entro le 22, come stabilito dal giudice. Una volta arrivato ha dichiarato: «Le accuse contro di me in Svezia sono tese a sviare le rivelazioni di Wikileaks».
«Siamo felici - ha dichiarato fuori dal Tribunale Mark Stephens, l'avvocato inglese di Assange - la cosa importante è che Julian non tornerà in quella prigione vittoriana, non dovrà rientrare in quella cella un tempo occupata da Oscar Wilde». Assange è stato rinchiuso in isolamento dal 7 dicembre nel carcere londinese di Wandsworth dopo l'arresto su richiesta delle autorità svedesi. La Svezia ha chiesto l'estradizione dell'australiano, che è accusato da due donne di stupro e molestie sessuali. Assange nega le accuse e si dichiara vittima di una persecuzione politica. La decisione del giudice Ouseley è stata accolta con entusiasmo dai molti sostenitori di Assange riuniti fuori dal tribunale, che sventolavano cartelli con scritte come "Rivelare i crimini di guerra non è un crimine". La madre di Assange, Christine, che era in aula, ha espresso la sua felicità dopo la sentenza e ha dichiarato che la sua «fiducia nel sistema giudiziario inglese è stata confermata». Un portavoce di WikiLeaks ha dichiarato che Assange tornerà subito a lavorare dalla sua nuova residenza di campagna.

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Tags Correlati: Alta Corte | Bradley Manning | Duncan Ouseley | Gran Bretagna | Julian Assange | Mark Stephens | Oscar Wilde | Svezia | Vaughan Smith

 

Il pubblico ministero ieri mattina aveva sostenuto invano la necessità di tenere Assange in carcere a causa dell'elevato rischio di fuga, sottolineando che l'accusato è australiano e non ha alcun legame con la Gran Bretagna. Assange ha «i mezzi e la volontà di evadere la giustizia» ha detto il Pm. Il giudice inglese però ha obiettato che il fondatore di WikiLeaks si era presentato spontaneamente alla polizia londinese prima del suo arresto e che «questa non è certo la condotta di una persona che vuole evadere la giustizia». Ouseley ha quindi respinto il ricorso presentato dalla procura svedese contro la decisione del giudice inglese di primo grado di scarcerare Assange su cauzione martedì scorso. La prossima udienza per l'estradizione, alla quale Assange intende opporsi con ogni mezzo, è ora prevista per l'11 gennaio ma la procedura è complessa e durerà diversi mesi. Stephens ha espresso più volte il timore che nel frattempo gli Stati Uniti decidano di incriminare il suo cliente per spionaggio e chiedano a loro volta la sua estradizione. I timori dell'avvocato sono stati confermati ieri sera da indiscrezioni del New York Times secondo cui le autorità Usa stanno disperatamente cercando di raccogliere le prove per incriminare Assange stabilendo un legame tra l'australiano e il militare americano Bradley Manning, già in carcere con l'accusa di avere sottratto e pubblicato documenti segreti. «Non ho troppa paura di essere estradato in Svezia - ha dichiarato ieri Assange - ma una preoccupazione molto più forte di essere estradato negli Usa».
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