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È morto Padoa-Schioppa, guardiano dei conti con il vizio Ue. A Roma la camera ardente

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Questo articolo è stato pubblicato il 19 dicembre 2010 alle ore 10:42.

La morsa del gelo che ha paralizzato Roma non gli ha impedito di rispettare gli impegni: una visita privata alla Cappella Sistina, poi la cena in compagnia in un ristorante romano. Il malore lo ha colto all'improvviso, sulla via del ritorno a casa: il soccorso degli amici è stato immediato, ma le condizioni sono peggiorate velocemente.

Padoa-Schioppa «euro-ottimista», così lo ricorda la stampa internazionale (di Elysa Fazzino)

In poco tempo e per ragioni ancora tutte da accertare, l'economista Tommaso Padoa-Schioppa si è spento prima che i medici riuscissero a intervenire, o solo a capire che cosa avesse colpito mortalmente uno degli economisti italiani più stimati e apprezzati nel mondo, ex ministro della repubblica, ex presidente della Consob, Vicedirettore generale della Banca d'Italia e soprattutto padre-fondatore della moneta unica europea, di cui è stato convinto sostenitore nel board della Banca Centrale Europea nei primi anni cruciali della nascita dell'euro.

Per scelta della famiglia la camera ardente verrà allestita a Roma presso lo «Spazio Europa» di via Quattro Novembre, che a Roma riunisce simbolicamente gli uffici italiani del Parlamento Europeo e la rappresentanza in Italia della Commissione Ue. Sarà aperta alle 14 di lunedì 20 dicembre e chiusa alle 10 di martedì. I funerali si terranno martedì mattina, probabilmente alle 11, nella basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma, spesso sede di funerali di Stato.

Il cordoglio delle istituzioni italiane e di quelle europee. Il ricordo di Prodi

La sua morte ha colto tutti di sorpresa: stava bene, tanto che solo pochi giorni fa era a New York con Emma Marcegaglia e Sergio Marchionne, che proprio in segno di stima lo aveva voluto nel board della Fiat Industrials, la nuova holding dei veicoli industriali del gruppo torinese. Del resto, la sua vocazione di civil servant era pienamente compatibile con le qualità di amministratore societario: di recente, aveva accettato l'offerta dei francesi della CNP Assurances SA, di cui era amministratore e presidente dell'Audit Committee.

Nato a Belluno il 23 luglio del 1940, Tommaso Padoa-Schioppa si era laureato nel 1966 all'università Luigi Bocconi di Milano, prendendo poi un master in scienze al Mit, il prestigioso Massachusetts Institute of Technology di Boston. Ma al di là del suo curriculum e dei tanti incarichi nelle più importanti istituzioni italiane, mondiali ed europee, la personalità, il contributo intellettuale e i ruoli istituzionali che compongono il profilo di Tommaso Padoa-Schioppa si delineano con giusta prospettiva soltanto se proiettati su un quadro di riferimento di adeguata ampiezza storica.

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Addio a Tommaso Padoa-Schioppa

È morto a Roma per un arresto cardiaco, economista ed ex ministro dell'economia nel secondo governo

Tags Correlati: Audit Committee | Banca d'Italia | Bce | Consob | Emma Marcegaglia | Industrials | Istituzioni finanziarie | Luigi Bocconi | Milano | MIT | Politica | Roma | Roma (squadra) | Sergio Marchionne | Tommaso Padoa-Schioppa

 

Del resto, è difficile trovare una qualifica giusta per un economista che ha sempre cercato di interpretare e governare con coerenza i grandi fenomeni politici, economici e finanziari della sua epoca. Un'epoca attraversata da un'onda di cambiamento reale, di una finanza che si espande e si realizza in forme nuove su quest'onda, di una costruzione istituzionale e sistemica che nel settore finanziario spesso sopravanza quella sperimentata in altri profili dell'organizzazione civile, anche a livello internazionale.

È in questo quadro di dinamica evolutiva della finanza e di consapevole costruzione e controllo dei sistemi finanziari che si coglie la dimensione del ruolo via via svolto da Tommaso Padoa-Schioppa fino ai massimi livelli internazionali. Tratteggiare una personalità è un'attività delicata ma le parole del soggetto sono in alcuni casi una guida sicura. Tommaso Padoa-Schioppa ha spesso ripetuto che nel momento formativo delle proprie scelte di vita, tra i campi possibili di impegno lavorativo ha scelto di prestare la propria opera al servizio dell'interesse pubblico.

È stata una scelta determinata da due stimoli diversi: il primo legato al fatto di appartenere a «una generazione nella quale era molto diffuso il richiamo di un impegno pubblico»; il secondo determinato dalla scoperta che «in cima alle aspirazioni di uno studente poteva esserci la funzione pubblica – un orientamento allora poco usuale per un italiano delle regioni del Nord e per uno studente della Bocconi».

L'economia è vista da Tommaso Padoa-Schioppa come una scienza dell'azione «che accende il desiderio di fare e non solo di osservare e spiegare». La Banca d'Italia ha rappresentato il catalizzatore organizzativo delle tensioni e delle capacità di Tommaso Padoa-Schioppa. In Bankitalia iniziò a lavorare nel 1968, prima alla sede di Milano e poi fino al 1979 al Servizio studi divenendone il Capo della Divisione mercato monetario. Sono gli anni che vedono, con l'onere crescente imposto all'unica leva gestibile di politica economica, la politica monetaria, il proliferare di controlli diretti nel campo creditizio ma sono anche gli anni nei quali si acquisisce consapevolezza e si delineano le vie di uscita da una situazione sempre meno sostenibile.

Dal 1979 al 1983 Tommaso Padoa-Schioppa è direttore generale per gli Affari economici e finanziari della Commissione delle Comunità Europee a Bruxelles e inizia quindi il suo lungo e fertilissimo ruolo svolto nella costruzione europea – un ruolo che già si delineava nei suoi esiti finali con il rilancio nel 1983 del progetto di una moneta unica europea. Si potrebbe proseguire ancora a lungo, ma forse non c'è bisogno: l'unico rammarico, è la sua morte nel momento peggiore per l'Euro e per l'Europa. Chissà se la sua lezione servirà per costruirne una nuova.

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