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Questo articolo è stato pubblicato il 19 dicembre 2010 alle ore 15:17.
Il venerdì nero del maltempo potrebbe essere costato al paese circa il 5% del prodotto interno lordo giornaliero: una cifra non lontana da 200 milioni di euro sui 4 miliardi di Pil macinati ogni ventiquattro ore.
La stima arriva da Andrea Giuricin, economista dell'Istituto Bruno Leoni, che tenta una prima disamina dei danni monetari che il blocco dei trasporti, e a valle di tutte le attività industriali, può essere costato a imprese e famiglie. «Il mancato fatturato solo sul trasporto passeggeri potrebbe aggirarsi intorno ai 25-30 milioni di euro – spiega Giuricin – così diviso: sui 300mila viaggiatori che volano ogni giorno generando un fatturato per le compagnie di 50 milioni di euro, è stimabile che venerdì almeno un quinto sia rimasto a terra. E quindi parliamo di circa 10 milioni di euro perduti» (ancora ieri nell'aeroporto di Pisa 400 persone sono rimaste a terra). Poi c'è tutto il traffico ferroviario: se l'altro ieri i Frecciarossa pare abbiano "dribblato" la stazione di Firenze Santa Maria Novella - tra gli epicentri del blocco sulle rotaie italiane – spostandosi negli scali di Campo di Marte e Rifredi - dalle Fs fanno sapere che solo il 10% dei 7mila treni che viaggiano per l'Italia è stato soppresso: quindi circa 700 treni, soprattutto regionali. Stimando in 1.500 euro il ricavo "teorico" di ogni treno regionale (un computo di massima e per difetto, che non tiene conto dei tragitti), si raggiunge un mancato introito di un milione di euro.
Sono cifre prudenti alle quali andrebbero aggiunte, per esempio, le ore di straordinario pagate ai lavoratori delle Ferrovie, che nella notte tra venerdì e sabato, soprattutto in Toscana, hanno lavorato per riportare la situazione alla normalità. E se il tempo è denaro, pare arduo quantificare il costo dei ritardi, degli appuntamenti di lavoro saltati, delle merci che non hanno visto la loro destinazione e più in generale degli affari mancati in questo venerdì di freddo polare.
L'elenco dei costi del maltempo, più sul lungo periodo, coinvolge direttamente altre filiere industriali, come quelle dell'agricoltura e dell'allevamento. Nei giorni scorsi la Coldiretti aveva già lanciato l'allarme-gelo per gli animali nelle stalle, così come il freddo sta mettendo a dura prova anche le campagne, con intere coltivazioni di ortaggi andate distrutte e un rischio crescente per gli alberi da frutta, secondo quanto riferita dalla Cia, la Confederazione italiana degli agricoltori, per anni stimabili in diversi milioni di euro. Senza dimenticare gli extra-costi di manutenzione di infrastrutture più tecnologiche, tra le tante le centraline telefoniche e gli impianti dell'Enel, poco amici di freddo e ghiaccio.