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Questo articolo è stato pubblicato il 20 dicembre 2010 alle ore 17:40.
Avverte che continuerà a lavorare per «la continuità istituzionale» perché quella degli scioglimenti anticipati delle Camere «è stata una improvvida prassi tutta italiana». E rivolge l'ennesimo invito alla classe dirigente. «È decisivo in Italia un salto di qualità della politica. Decisivo per la stabilità e la continuità della vita istituzionale e per la tenuta del sistema Italia in un contesto europeo percorso da forti scosse e tensioni». Usa toni accorati il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel discorso alle alte magistrature della Repubblica, convocate al Quirinale per la tradizionale cerimonia dei saluti di fine anno.
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Napolitano invita poi «a guardare in modo impietoso alle debolezze da superare e alle sfide da non perdere». Prendendo piena consapevolezza, aggiunge, «dei rischi che corriamo e della durezza delle prove che ci attendono», «una comune consapevolezza dalla quale oggi siamo lontani». «Ne sono lontani - sostiene il capo dello Stato - i fatti e le amare cronache della politica, i contenuti e i toni di una continua contesa che tanto incide negativamente sulla vita delle istituzioni impedendo loro più fecondi confronti e precludendo più soddisfacenti risultati».
Il capo dello stato si rivolge poi ai giovani, protagonisti delle manifestazioni di piazza dei giorni scorsi contro la riforma dell'università. «Guai a sottovalutare il loro malessere - dice - è malessere concreto. E' quindi necessario e urgente - osserva - cercare e aprire nuovi canali di comunicazione e di scambio con le nuove generazioni. Invitando al tempo stesso i giovani che esercitano il diritto di riunirsi, manifestare e protestare, a stare in guardia, a tenere fermamente le distanze da gruppi portatori di una intollerabile illegalità e violenza distruttiva, foriera di sconfitte per le forze giovanili e di drammatico danno per la democrazia».
Quindi Napolitano torna sulla possibilità di una fine anticipata della legislatura. «Resta nel nostro ordinamento prerogativa del capo dello Stato - poco importa che lo si possa beceramente sminuire a parole - sciogliere le Camere. Quella degli scioglimenti anticipati è stata improvvida prassi tutta italiana, al cui ripetersi sono tenuto a resistere nell'interesse generale». Poi punta l'indice contro una classe dirigente che si è chiusa in se stessa in