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Questo articolo è stato pubblicato il 21 dicembre 2010 alle ore 10:34.

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Assolti Gabetti, Grande Stevens e Marrone dall'accusa di aggiotaggio per l'equity swap Merrill-Fiat (LaPresse)Assolti Gabetti, Grande Stevens e Marrone dall'accusa di aggiotaggio per l'equity swap Merrill-Fiat (LaPresse)

Il tribunale di Torino ha assolto Franzo Grande Stevens, Gianluigi Gabetti e Virgilio Marrone dall'accusa di aggiotaggio perché «il fatto non sussiste». I tre manager di Ifil e Ifi erano accusati di aggiotaggio informativo per aver nascosto alla Borsa, secondo l' accusa, l'esistenza di una trattativa con Merril Lynch per utilizzare le azioni Fiat di un equity swap (correva l'anno 2005) allo scopo di mantenere il controllo del Lingotto anche dopo la scadenza del prestito convertendo da tre miliardi contratto con un pool di otto banche.

La procura di Torino aveva chiesto per Grande Stevens una condanna a due anni e sei mesi, per Gabetti a due anni e per Marrone a un anno e sei mesi. Dopo la lettura della sentenza Gabetti era vibilmente emozionato e con gli occhi lucidi. Ai tre imputati sono giunte da subito numerose telefonate di solidarietà.

«Non sono sorpreso. Quando si ha la coscienza pulita si ha il dovere di sperare», ha detto Gabetti commentando l'assoluzione. «È una sentenza - ha aggiunto - non su una sola vicenda ma sull'intera mia carriera. E alla mia età è la sentenza di una vita». E Grande Stevens: «Sono contento ma ero certo di avere ragione».

«Prendiamo atto della decisione del tribunale, leggeremo le motivazioni e valuteremo con serenità e senza pregiudizi, che non abbiamo mai avuto, quello che sarà corretto fare in base al ruolo che ci compete«. Lo ha detto il procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli, commentando la sentenza di assoluzione nel processo Ifil-Exor. Caselli ha ribadito «la totale identificazione dell'ufficio con la linea di ogni singolo sostituto procuratore» e ricordando di essere stato presente in aula, quando nel gennaio 2010 il pm Giancarlo Avenati Bassi ha fatto la prima requisitoria nel processo chiedendo la condanna per i tre imputati. «È chiaro che mi hanno dato torto ma credo in quello che abbiamo sostenuto in udienza», ha dichiarato il magistrato.

«Il tribunale ha accolto la nostra tesi di non rilevanza della condotta rispetto alla fattispecie penale. Era un processo complesso, siamo molto soddisfatti», ha commentato l'avvocato Marco Ferrero, legale di Gabetti. «Il giudice - ha aggiunto Ferrero - ha ritenuto che al di là della falsità o meno del comunicato (diffuso il 24 agosto del 2005 dall'Ifil in risposta a una richiesta della Consob, ndr) questo non ha avuto effetti sul mercato». Nel comunicato l'Ifil informava che non erano allo studio iniziative sul titolo Fiat. Nella nota si leggeva inoltre che l'Ifil intendeva rimanere azionista di riferimento della Fiat.

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