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Questo articolo è stato pubblicato il 22 dicembre 2010 alle ore 21:15.
La riforma dell'università «è un provvedimento storico, che archivia definitivamente il '68 e archivia la sinistra che non vuole riformare il Paese». Lo ha detto il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, intervenendo telefonicamente ad un convegno degli Studenti per le libertà organizzato a Napoli nel giorno in cui molti altri studenti sono scesi nelle piazze di tutta Italia per protestare contro il ddl di riforma dell'università. Gelmini punta l'indice contro «la sinistra che non vuole le infrastrutture, non vuole il nucleare e neppure la riforma della giustizia e dell'università. Ma questo Paese - avverte - senza riforme non ha futuro. Non è possibile illudere i giovani dicendo che bastino più risorse: in un momento di crisi economica, anche nell'università occorre ottimizzare al meglio le risorse disponibili».
«Credo ci siano le condizioni per approvare domani la riforma dell'Università», ha confermato il ministro dell'Istruzione. «C'è la massima compattezza - chiarisce Gelmini - di Pdl e Lega e il senso di responsabilità di Futuro e Libertà». Per queste ragioni, aggiunge il ministro, «posso dire che la situazione si sta rasserenando». Gelmini si dice convinta che «se domani il Senato approverà la riforma sarà un bel giorno per l'Italia e per tutti gli studenti». Il ministro sottolinea «la grandissima compattezza» della maggioranza al Senato; Gelmini ringrazia Gasparri, Quagliariello, il presidente Schifani e «la vicepresidente Rosi Mauro, che ieri ha dovuto affrontare una giornata difficile».
«Ha ragione Berlusconi quando dice che i regolamenti parlamentari andrebbero modificati, perché in questo modo ha più spazio l'opposizione per fare ostruzionismo che la maggioranza democraticamente eletta per far votare un provvedimento», prosegue il ministro dell'Istruzione, commentando i tempi lunghi che sta richiedendo l'approvazione della riforma dell'Università in Senato.
Gelmini ribadisce poi che «per la prima volta si fa una riforma che non ha al centro i professori e i loro interessi corporativi, ma i ragazzi e il loro diritto ad avere un'Università che prepari al lavoro». Rivolgendosi agli studenti che oggi hanno manifestato in tutta Italia, Gelmini li invita a non farsi strumentalizzare e a capire che sbagliano «se pensano che la riforma comporti la privatizzazione dell'Università. Non c'è niente di più sbagliato - dice - ma non possiamo neanche difendere un'Università autoreferenziale, scollegata dal mercato del lavoro». Il ministro si dice infine «consapevole che esiste fra i giovani una preoccupazione per il futuro legata alla precarietà del lavoro e alla disoccupazione».