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Questo articolo è stato pubblicato il 24 dicembre 2010 alle ore 11:00.
Nuovi cable pubblicati dal sito di Julian Assange, Wikileaks, entrano nel dibattito politico italiano. Questa volta il protagonista è il presidente del Copasir, Massimo D'Alema. Nel dispaccio del 3 luglio 2008, pubblicato da El Pais e intitolato «Berlusconi incontra forti turbolenze», nel paragrafo «La magistratura in Italia: per molti un sistema 'rotto'», l'ambasciatore americano argomenta che la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche relative alle inchieste giudiziarie da parte della stampa creano «imbarazzo a coloro che si battono per una riforma del sistema giudiziario e per la fine della pratica delle intercettazioni».
I responsabili delle fughe di notizie «raramente vengono» individuati. «Sebbene la magistratura italiana sia tradizionalmente considerata orientata a sinistra, l'ex premier ed ex ministro degli Esteri Massimo D'Alema ha detto lo scorso hanno all'ambasciatore (Usa, ndr) che la magistratura è la più grande minaccia allo Stato italiano», scrive ancora Spogli.
«Nonostante 15 anni di dibattiti sulla necessità di una riforma del sistema, non sono stati fatti progressi significativi. Gli italiani considerato il loro sistema 'rotto' e hanno veramente poca fiducia sul fatto che garantisca giustizia», commenta ancora il diplomatico americano.
La smentita dell'ex premier
«Accanto a osservazioni ovvie su fughe di notizie e intercettazioni, viene riportato un giudizio abnorme sulla magistratura che non ho mai pronunciato, che non corrisponde al mio pensiero e che evidentemente all'epoca è stato frutto di un fraintendimento tra l'ambasciatore Spogli e me». È quanto si legge in una nota del presidente del Copasir Massimo D'Alema, in riferimento al cablogramma pubblicato da Wikileaks.