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Per liberare Napoli dai rifiuti di Natale in campo l'esercito, "monnezza" nel presepe

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Questo articolo è stato pubblicato il 26 dicembre 2010 alle ore 15:45.

Nella notte della vigilia era stato l'infortunio alla discarica di Chiaiano, in game over dopo aver raccolto 600 tonnellate di rifiuti. Nel giorno di Natale è intervenuta invece la chiusura degli impianti Stir, che vista la situazione hanno deciso di onorare la festa. Risultato: sulle strade di Napoli oggi il rifiutometro segna 1.500 tonnellate, cioè 100 tonnellate più di ieri. L'intervento dell'esercito, lungo strade importanti come corso Maddalena e via Don Bosco, ha permesso il recupero di una cinquantina di tonnellate: numeri buoni per cercare di trasmettere l'idea che comunque qualcosa si fa, non certo per cambiare davvero la situazione.

«Natale con i rifiuti», parola di assessore
Le previsioni formulate alla vigilia delle feste dall'assessore all'igiene urbana, Paolo Giacomelli, sono state pienamente rispettate. «Sarà un Natale con i rifiuti in strada», era stato facile profeta l'assessore, che aveva invitato i concittadini a tenersi in casa almeno la frazione umida in vista di tempi migliori. Invito confermato dal comune anche oggi, in attesa che da domani, archiviata la prima tranche di feste, la raccolta riprenda a pieno regime (si fa per dire).

La chiusura degli impianti
Il problema sono proprio i ritmi ordinari della raccolta, che arrancano dietro alla produzione quotidiana di rifiuti del capoluogo partenopeo e non hanno fiato per gestire l'arretrato. Ogni giorno, Napoli crea tra le 1.200 e le 1.300 tonnellate di scarti, e basta un niente perché la raccolta si fermi a livelli inferiori. Alla mezzanotte della vigilia, insieme alla lieta novella, era arrivata la cattiva notizia (non proprio imprevista) della chiusura degli impianti Stir (Avellino, Battipaglia, Tufino, Giugliano in Campania, Caivano, Santa Maria Capua Vetere, Casalduni), che ha fermato a 920 tonnellate il quantitativo di rifiuti raccolti il giorno 24. Oggi gli Stir funzioneranno a mezzo servizio (anche il protomartire va santificato con tutti gli onori), e solo a Tufino l'impianto non chiuderà i battenti prima di sera. Intanto Caivano ha raccolto 300 tonnellate, altre 200 sono state inghiottite da Santa Maria Capua Vetere mentre Chiaiano zoppica, e ieri notte ha dovuto alzare bandiera bianca dopo aver raggiunto le 600 tonnellate.

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Tags Correlati: Caivano | Chiaiano | Paolo Giacomelli | Rifiuti | Santa Maria Capua Vetere | Tufino

 

A Napoli la Tarsu più cara d'Italia
Intanto, i cittadini napoletani che hanno risposto all'appello di Palazzo San Giacomo e si sono tenuti in casa i rifiuti possono continuare a riflettere su quanto valga il loro «primato». Sulla carta, infatti, i napoletani pagano la Tarsu più cara d'Italia (più di 450 euro all'anno per una famiglia-tipo di tre persone, cioè il doppio dei 233 euro versati in media in Italia), soprattutto grazie al super-rincaro del 2009 che d'un botto ha alzato del 60% le richieste per far fronte all'emergenza.

L'impennata, però, è stata registrata solo dai bilanci preventivi, i consuntivi non se ne sono accorti. Nell'anno del super-rincaro, il dato sugli euro incassati davvero non s'è mosso di un millimetro, perché la percentuale di riscossione è sprofondata a un triste 12,6%, contro il 56,3% del 2008. Ogni 100 euro chiesti, insomma, 87,4 hanno evitato la strada che porta alle casse del comune: forse perché l'hanno vista ostruita dai rifiuti.

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