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Questo articolo è stato pubblicato il 28 dicembre 2010 alle ore 21:40.
Silvio Berlusconi preferirebbe non andare a votare, nonostante le pressioni leghiste che si fanno più intense. Soprattutto se si parla di possibili accordi con i centristi, ai quali il Carroccio resta contrario. Umberto Bossi è pessimista e dice che i numeri per governare non ci sono. «Ho sentito Berlusconi alla tv, Berlusconi parla di grandi riforme e numeri in eccesso: non è proprio così, perchè i numeri scarseggiano». Poi osserva: «siamo nella palude romana, ma siamo ancora vivi e stiamo combattendo. Alla fine chi la dura la vince». E aggiunge: «speriamo che Berlusconi li abbia trovati ( i numeri, ndr)», ma «non è facile venirne fuori».
Il leader leghista parla alla festa della Lega Nord a Villa d'Ogna (Bergamo) e scalda i militanti. «Ci sono milioni di persone al di sopra del Po che ne hanno piene le scatole e che sono disposte a battersi per ottenere la libertà», avverte. Il richiamano è al cammino del federalismo fiscale, in vista del passaggio nelle Commissioni degli ultimi decreti attuativi. «Alla fine - sostiene - la Padania sarà libera. È un popolo che vuol essere libero e alla fine si libererà».
Affiancato dal ministro Roberto Calderoli, Umberto Bossi raccoglie l'applauso dei militanti, ma subito aggiunge che ora bisogna seguire con pazienza il cammino della riforma nelle sedi istituzionali. E, guardando ai numeri del governo in parlamento, spiega che «se andassimo oggi a forzare in certe commissioni, magari il federalismo verrebbe bocciato. Dobbiamo dunque far passar del tempo, perchè ci sia il tacito assenso fino all'ultimo passaggio in consiglio dei ministri. Non muoriamo anche se si ritarda un po'».
Dunque, la Lega pazienterà (sul ricorso a elezioni anticipate), ma solo fino a quando porterà a casa il federalismo. Anche perché sia il Carroccio sia il presidente del Consiglio ce la stanno «mettendo tutta» per garantire la durata del governo.
Il senatur se la prende con Libero e l'editoriale di Maurizio Belpietro che ha parlato dell'organizzazione di un attentato contro Gianfranco Fini. «Bisognerebbe che i giornali sparassero meno», dice Bossi. Secondo il quale i quotidiani « farebbero bene a vendere un po' meno copie e a non fare troppo casino, perchè poi i problemi che fanno contro Fini noi ce li ritroviamo in Commissione». «Se uno viene attaccato tutti i giorni - è il ragionamento del leader leghista - non è favorevole» a quello che proponiamo, «anche se noi non c'entriamo assolutamente». «È già difficile - prosegue - far le cose quando si va d'accordo, ci manca solo che la stampa faccia più casino e poi è difficile fare le cose».