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Questo articolo è stato pubblicato il 29 dicembre 2010 alle ore 08:47.
Ecco la posizione dei partiti tra alleanze, priorità programmatiche ed economiche:
PDLBerlusconi lavora all'allargamento. Obiettivo raggiungere quota 325 deputati (+11 rispetto al voto di fiducia). Ma resta sempre in campo il progetto di includere l'Udc nel perimetro della maggioranza.
Dopo il via libera alla riforma dell'università, per il premier e il suo partito resta in cima all'agenda la riforma costituzionale della giustizia e l'attuazione del federalismo fiscale per rinsaldare l'asse con la Lega.
La barra resta ferma sul rigore dei conti pubblici ma premier e Pdl premono ora sul ministro dell'Economia affinché allenti i cordoni della borsa per consentire alcuni interventi (come il ripristino dei fondi per la cultura).
LEGA Il Carroccio continua a invocare elezioni anticipate nel caso in cui la maggioranza non riuscisse ad approvare le riforme. Resta in piedi la pregiudiziale contro l'ingresso dei centristi.
Il compimento del federalismo fiscale attraverso l'approvazione degli ultimi decreti attuativi (federalismo municipale e autonomia impositiva). Tra le altre priorità il contrasto all'immigrazione clandestina.
In cima all'agenda economica della Lega c'è – oltre naturalmente al federalismo fiscale – il sostegno all'azione di Tremonti sul controllo della finanza pubblica e la difesa del made in Italy.
FLI Dopo la sconfitta parlamentare Fini ha scelto di rafforzare l'asse con Casini nel terzo polo. Posizione che ha causato malumori dentro Fli tra quanti paventano il rischio di subalternità rispetto all'Udc.
Riforma dell'attuale legge elettorale che, magari attraverso il ritorno ai collegi uninominali senza preferenze, restituisca agli elettori la scelta dei candidati oggi imposti dai partiti in liste bloccate.
Riforma del fisco, piano di rilancio del Mezzogiorno ev accordo con le parti sociali per affrontare la crisi partendo dal patto per la crescita siglato da Confindustria e sindacati lo scorso autunno.
UDC Il partito di Casini continua a resistere alle avance del Cavaliere ma offre un dialogo responsabile su singoli provvedimenti sul modello avviato da Obama con la collaborazione tra repubblicani e democratici.
Superamento del sistema di voto in vigore per ridare all'elettore il diritto di scelta del candidato ma soprattutto di togliere il premio di maggioranza per azzerare il bipolarismo da sempre osteggiato dall'Udc.